47 ohe avrebbe dati molti danari, perchè sarebbe stata generale per tutto lo Stato e non avrebbe dato interesse {noia) al pubblico, perchè il maggior contrario, che avesse, era che si sapeva che alcuni dei principali la dissuadevano, chè se tutti fossero d’ un volere, ogni difficoltà cesserebbe ; che era da imitare 1’ esempio del principe Foscari il quale se bene pordea le opinioni sue, era tanto ardente ad eseguirle, che non cessava finché non vedeva adempita la volontà del Senato ; e perchè alcuni dicevano che avrebbe spiaciuto ai popoli che si avesse veduto particolarmente 1’ importanza delle loro facoltà, il ricco per non manifestare le sue ricchezze, il povero per non palesai’e la sua impotenza, fu considerato che questi non potevano far di non esser conosciuti tra loro per la rinnovazione dei loro estimi, onde non si doveano dolere di essere conosciuti anco da noi, massimamente che si troverebbero alla nostra medesima condizione ; che molte città, come Vicenza, Bergamo, Rovigo erano pronte a pagarla; che quando si restasse per questo rispetto di metterla, si verrebbe a trattare non solo di non imporre decima o gravezza più giusta, più eguale e più utile di alcun’altra, ma anco di non poter mai metter gravezza alcuna per dubbio della satisfazione dei popoli. All incontro fu detto che la decima non era cosa santa se non quanto a Dio per quella porzion di beni che s’applicava a riconoscere Sua Divina Maestà ; anzi quando il principe volesse esser riconosciuto da’ popoli in quel modo che gli antichi riconoscevano il Signor Dio, sarebbe cosa arrogantissima e odiosa a Sua Divina Maestà e al mondo ; che avrebbe fruttato poco, perchè i popoli avrebbero dato difficilmente in nota i loro capitali e perchè si avrebbe tirato dietro grandissima spesa per provveder dentro e fuori officiali e altri ministri, che sarebbe stato necessario mandar attorno con gran salari e provvisioni, laonde diffalcando