370 volontà di questo Maggior Consiglio abbia la sua debita et intera esecutione. Oltre di che sia preso et statuito che la zonta del Consiglio di Dieci babbi, la sua contumatia al modo medesimo che hanno quelli di detto Consiglio, et che ogni anno quando si tara elettone della zonta siano lette a questo Consiglio le parti 1468, et li capitoli presi al giorno d’hieri et d’hog-gi, acciocché siano inviolabilmente osservati e datali esecutione secondo 1’ intentione di questo Consiglio ». Ma tutto questo non giovò, e riproposta il primo gennaio lo83 1’ elezione dei tre individui mancanti alla zonta, gli esperimenti tornarono ancora inutili e la zonta fu abolita non per legge espressa, ma per la dimostrata pubblica riprovazione. Il 3 maggio 1583 fu proposto che non potendo più sussistere V articolo secondo, circa il governo della zecca da farsi insieme colla zonta, dappoiché questa non più esisteva, si dovesse venire a nuova deliberazione, e fu deliberato che quel governo dovendo passare secretissimo, fosse affidato al Consiglio de’ Dieci semplice insieme coi tre provveditori in zecca, da eleggersi dal Senato di anno in anno, e il depositario ogni due mesi ; la dispensa del danaro però rimanesse al Senato. Così terminò di quieto codesta riforma del Consiglio de Dieci ridotto momentaneamente almeno ai naturali suoi limiti, e l’amministrazione interna tornò ai Magistrati ordi-narii secondo gli ordinamenti fondamentali della Repubblica. Mentre codesta peripezia che av.rebbe potuto grandemente compromettere la tranquillità della Repubblica, agi-tavasi nell’interno, e la politica esterna metteva ogni studio a conservarsi tutta di pace e ad appianare per via d’ambasciate e di dispacci ogni differenza cogli altri Stati, avveniva che, per istrana serie di eventi, la figlia d’un nobile