489 tutt' i mercanti e cittadini registrali nella matricola, compiuta 1’ età di venticinque anni e non debitori del Comune, ed esso eleggeva qiiattro Consoli, quattro Sopraconsoli ed un Consiglio di dodici che costituiva il Tribunale mercantile. Il commercio infatti e l’industria erano vivissimi in Brescia specialmente di biade, - vini, lini, refe, carta, latticini, carni. I lavori del ferro vi prosperavano ; da Brescia e dalla Valcamonica si estraevano ogni anno da oltre ventiquattro mila schioppi e archibugi per mandarli fuori di Stato. Contava la Valcamonica ben centomila pecore che davano dieci mila pesi di lana, i quali si lavoravano per la maggior parte nelle- valli a far panni bassi, orditure di sar-gie, ecc. con utile di ben trenta mila ducati l’anno. A Brescia succedeva nell’ operosità industriale Bergamo, tuttavia la condizione sua non era di grande agiatezza, lo che procedeva (1) dalla sterilità del paese in gran parte montuoso (2) e dalla proibizione del ritirare le lane da altrove che da Venezia, onde venne a scemarsi in gran parte il lanifìzio, molti mercadanti abbandonavano il paese trasferendosi nelle terre milanesi e molte botteghe si dovettero chiudere, con sciopero e rovina di molti lavoranti ; infine accadeva, che dando i mercanti di ferro e di panno gli oggetti occorrenti al vivere e al vestire a’ loro operai a prezzi eccessivi, quegl’infelici non potevano avanzarsi nulla, anzi rimanevano talmente indebitati che si trovavano come schiavi. Altrettanto industriosi ma più ricchi erano gli abitanti delle vallate ; uomini attivi, procaccianti, che non risparmiavano fatiche, e si recavano pei loro interessi frequente- (1) Relazione Pietro Sanudo 1549, Caterino Zen 1591. (2) Il Podestà Alvise Priuli avea fatto costruire in Val Brem-bana una strada larga e comoda, cavata nel sasso, gettando altresì otto ponti ad unire otto valli. Sua Relazione 1598. Vol. VI. 62