403 vita eh’ aver ben proveduto alle cose dell’ anima, et essersi ben conciliato con Dio, e che saria tornato la matina dietro a far l’esecutione. Dimandò ella se il vescovo era cattolico, le fu risposto eh’ era uomo di santa vita et servo di Dio. Onde essa lo rifiutò et aggionse che nè ferro ne fuoco ne qual si sia pericolo poteva spaventarla a morire, che se fosse mille volte risussitata, altre tante averia voluto morire per la santissima fede catolica romana, poiché quella morte daria vita sempiterna all’anima sua, et subito si ritirò in una picciol stanza ove si pose in ginocchioni davanti il Santissimo Sacramento, eh’ ella teneva secretissimamente custodito con permissione del pontefice ; continuando a far oratione fino alle 9 ore della mattina che sono le 3 di giorno, sendosi posta sopra il letto in quell’ intervallo doi volte per lo spatio di mezza hora tirata quasi per forza dalle sue dame. Lo stesso giorno che fu il decimo ottavo alla sopra detta hora, il Bolè, li conti col guardiano andorno a lei e 1 accompagnorno nella gran sala che era tutta tappezzata de panni negri con un eminente palco nel mezzo, coperto dell’istesso panno, con un cussin di velluto, sendo seguitata dal suo mastro di casa et da un altro de’ suoi più intimi servitori non sendo stato permesso agli altri d’ ussire. Onde in prima faccia, vedendo ella ragunate là più di trecento persone, cosi della terra come d’altri castelli, domandò che le fusse data la compagnia delle sue dame, di cui fu soddisfatta et in montando il palco si voltò verso il Paulet suo guardiano pregandolo che 1’ aiutasse ad ascendere che quello saria stato 1’ ultimo travaglio che gli haveria dato. Si mise dopo in ginocchioni et drizzando gli occhi al cielo disse che siccome era nata così moriva cattolica, e che quando non fosse vissuta tale, credeva assolutamente con la sua pura e buona conscienza, che se si fosse potuta bat-tezar col suo proprio sangue si saria fatta degna (per