296 vantaggio. Leonardo Ronconi, benché ferito, facevasi dalla sua casa trasportare al Costanzo e fu per istrada dai nemici trucidato, egual fine ebbe il conte di Rocas mentre incitava i suoi a rinnovare la mischia. Eroicamente combattendo morivano pure Pietro Pisani e Bernardino Polani ; perduti i baluardi, le mura, ogni altra difesa, combattevasi ancora per le strade, dalle finestre, dai tetti ; i fanti italiani ridotti a soli ottanta, validamente sostenevansi ancora alla Porta Bembo, quando Mustafà entrato in Nicosia impose fine al macello e mandò a proporre al Dandolo (che con Francesco Contarini vescovo di Baffo ed altri magistrati erasi ritirato nel palazzo), la salvezza della vita, quando tosto facesse deporre le armi. E così fu fatto, ma la turba dei Turchi urtando impetuosamente le porte ed entrati nel palazzo ove ornai più non trovavano resistenza, tutti quegl’ infelici sacrificarono non eccettuato il Dandolo, il quale oscuramente lasciò la vita, e con più capacità e coraggio avrebbe potuto forse salvare a principio la città, o gloriosamente morire. Seguirono tutti gli orrori della conquista, laide scene di sangue, di violenza e di brutture che la penna dello stoiùco riiugge dal descrivere. Si porta a ventimila il numero delle vittime, duemila furono trascinati via in ischiavitu, preda ricchissima, infinita, caricavasi sulle navi, ma della maggior parte di essa, il coraggio eroico d’ una donna privo i crudeli nemici. Già erano quei navigli per iscioglier le vele, quando una delle schiave disperatamente correndo alla polveriera vi accese il fuoco. Balzò in aria la nave e con essa due altre, il mare ingoiò quei tesori, ma insieme anche i cadaveri mutilati dei Turchi e di oltre mille schiave cristiane (1). (1) Gratiani, De bello Cyprio. Il fat(o è attcstato anche dai Turchi nella loro storia delle guerre n ariltime; vedi Haunnrer, lib. XXXVI.