85 Tengono le difese da noi vedute, un linguaggio franco e libero. « Ma molti verisimili, dice Tuna, non sono veri et un presunto verisimile che può bastare per inquiriré, non bastò mai nemmen appresso le più incolte nazioni e molto meno in questa patria, i di cui tribunali danno legge con la santità de’ suoi giudizii ai giudizii di tutto il mondo, non bastò mai per condannare. Ordinò per questo la religiosa autorità delle E E. VV. che con la formazion d’ un esatto processo cercar si dovesse su la traccia del verisimile il vero e decretò con regolata sapienza che non bastando la presunzione si rintracciasse la prova. Ma si è formato il processo e vuole il buon ordine che l’adombrato si difenda su le opposizioni del medesimo ». Relativamente ai testimonii, dice un’ altra difesa. « I testimonii che depongono sopra una causa capitale in giudizio doverebbero parlare con la più esatta circonspezione e bilanciar le parole con le bilancio del santuario per non dannare sè stessi ... e per non pregiudicare al suo prossimo. Non accade però ordinariamente così, dove principalmente il testimonio che depone non è uomo coltamente erudito tra gli affari della città, perchè son assai pochi quelli che sanno la forza della parola e che vogliono posatamente adoperarla. I più non sanno, quand’ anche volessero ; o vorrebbero, ma non sanno dar a tutte le espressioni un giusto peso di verità, sicché spesse fiate pericolerebbe 1 innocenza tra l’ignoranza e la malizia dei testimonii ; 'se non che, Dio Signore, Voi non permettete che l’uomo giusto perisca » (1). Spesso le difese si chiudono con commoventi raccomandazioni ai giudici, e in buon numero si trovavano insieme coi processi negli armadii degl’ Inquisitori di Stato alla caduta della Repubblica, quando quelle carte furono pur (1) Processi e Carte Criminali, ecc.