457 spiccare la bellezza dei greci, latini ed italiani scrittori, senza tacerne tuttavia i difetti, lezioni eh’ ei dava più vocalmente che per iscritto, onde vennegli il soprannome di Socrate. Altra Accademia era quella dei Pellegrini con ricca biblioteca e due stamperie per la pubblicazione delle opere dei soci e d’ altri scrittori a’ quali offriva gratuitamente i propri torchi se la mancanza de’ mezzi pecuniarii avesse loro impedito di dar alla luce qualche pregevole lavoro. Si tenevano le adunanze talora nelle case, talora negli amenissimi giardini della Giudecca, di Murano o di s. Giorgio, leggevansi i poeti e prosatori greci, latini ed italiani, ed unendo alla scienza le opere di carità e di religione, soccorrevano di danaro i letterati poveri, dotavano donzelle, stipendiavano un maestro per istruire poveri*! fanciulli, onoravano di esequie e di discorso funebre i socii defunti (1). Su tutte però primeggiava VAccademia della Fama fondata da Federico Badoer (2), chiarissimo personaggio, che dopo aver sostenuto parecchie ambasciate e distinte magistrature, dedicava quanto gli rimaneva di tempo, non a molli ozii, ma alla nobile coltura degli studii. Il disegno dell’Accademia da lui fondata nel 1558 era tale che appena un sovrano, non che un gentiluomo privato qual era il Badoer, avrebbe dubitato di poter pienamente recare ad effetto, e perciò appunto non potea fare assegnamento sopra una lunga durata. Componevasi di ben cento individui (3), vi si leggeva teologia, filosofia, metafisica, matematiche, scienze (1) Glaxich, Dell’ Accademia dei Pellegrini Memoria; e Michele Battaglia, Delle Accademie veneziane. (2) Ne trattarono anche gli stranieri Joh. Gotloh Lymz Academia Veneta seu della Fama in disqumtionem vocala, Lipsia ibUl, e Ant. Ano-. Renouard negli Annales de l’imprimerne des AIdes, Parigi 180.-5. °(3) Se ne leggi no i nomi nell’ istromento di fondazione ristampato nel tom. XXIII del Giornale dell’dal. letteratura. Pad. 1808. Vol. VI. 58