476 i/ADRIATICO del io marzo dal prof. Hoetsch, il quale, due settimane innanzi, sosteneva nella Frankfurter Zei-tung la necessità di negoziati fra l’Italia e l’Austria, mediatrice la Germania, sulla base d’una rettifica di confine nel Trentino ed all’Isonzo: cosa possibile a conseguirsi — egli affermava — quando i due imperi abbiano la certezza della neutralità italiana fino a quella pace, che dovrà — egli diceva — apportare, fra le altre cose, un componimento fra Roma e Vienna circa la Balcania occidentale. Presso a poco gli stessi concetti troviamo svolti dalle Hamburger Nachrichten ed in genere da tutta la stampa austro-tedesca in sèguito alla ripresa dei lavori parlamentari a Roma. E che delle trattative fra l’Italia e l’Austria, per mezzo della Germania, si iniziassero fin dai primi di marzo, apparve verso il io del mese, ed i giornali dei tre paesi lo confermarono nè i governi lo smentirono. Però fino ad ora nulla sembra siasi concluso nè pare, a giudizio dei più, che sia possibile un accordo. Ciò per tante ragioni ampiamente svolte ed illustrate da organi d’ogni partito, i quali misero in evidenza come la pubblica opinione italiana intenda che la nuova politica estera abbia a segnare lo svincolo della nazione dalla tutela degli imperi centrali: il che non sarebbe possibile se la nostra perpetua neutralità fosse compensata con la cessione di territori. Io mi dispenso per brevità dal seguire giorno per giorno il pensiero della stampa straniera a