i/ADRIATICO pliati nel 1148, quando la Corte di Costantinopoli chiese soccorsi alla regina dell’Adriatico contro una nuova minaccia normanna. L’impero deve in parte la propria salvezza al valore dei marinai veneti, i quali, disfatta al capo Malea la flotta di Ruggero II, liberarono pure l’isola di Corfù, donde i Normanni avrebbero potuto facilmente attaccare la Grecia e particolarmente chiudere l’Adriatico alla Repubblica. Peggio avvenne, per lo stato bizantino, durante il periodo della lotta fra i Comuni e l’impero. Venezia, che aveva fatto causa comune con quelli, si trovò costretta a seguire bruscamente le parti dell’impero, quando la politica di Bisanzio, pure ostile al Barbarossa, si risolveva in danno di lei, in quanto che rafforzava il dominio greco sull’Adriatico. Infatti Manuele Comneno era stato largo di concessioni ad Ancona e ne avea fatto la sua base d’operazione, con l'intendimento di estendere l’influenza bizantina sull’antica Penta-poli e di restaurare l’Esarcato. Ciò preoccupava seriamente la repubblica di S. Marco e fini col determinare una rottura fra i due Stati. Fu allora che Venezia incitò i Serbi contro Bisanzio e si alleò dapprima col Barbarossa, partecipando all’assedio di Ancona del 1173, indi con Guglielmo II Normanno; finché l’impero d’Oriente, atterrito da tale atteggiamento, si ricredette e nel 1175 rinnovò con la Repubblica i patti del 1081 e del 1148.