d’adrìatìcó guirà la massima di occupare le più importanti località marittime e di farsi cedere le flotte, come appunto fu imposto a Nabide, re di Sparta, il quale da un lato sembrava troppo potente, dall’altro tornava necessario all’equilibrio ellenico per contrappeso alla bellicosa Lega achea. Roma adunque nel 194 a. C. aggiungeva alla supremazia marittima sull’Adriatico pure quella sull’attiguo Ionio e di lì volgeva lo sguardo ad oriente per affermarsi sull’Egeo. La « liberazione » della Grecia, ispirata del resto più all’idealismo classico che alle necessità politiche, spinse Antioco contro Roma. Sobillato da Annibaie, il re di Siria praponevasi di affrancare la Grecia dalla novella signoria. Gli Etoli, in un istante d’esaltazione, sognavano una spedizione delle collegate schiere elleniche ed asiatiche sulle sponde del Tevere, quando a disingannarli valsero i successi romani in Grecia e sopratutto le vittorie della flotta rodio-latina, le quali assicuravano alla grande repubblica e sull’Egeo e sul Mar di Levante una padronanza, solo in parte condivisa con i suoi alleati, Rodi e Pergamo, e con le protette città greche . dell’Asia Minore. La caduta del regno siriaco (*) valse a Roma (1) Durante questa lotta fu affidata ad Aulo Cornelio la difesa del litorale italico fino a Brindisi, e dopo la guerra furono istituiti i Duumviri navali, uno a guardia della costa da Massilia al Caput Mimrvae (Punta della Campanella), l'altro da questo capo a Bari. Tre anni dopo (175 a. C.) ne furono creati