CONCLUSIONE 5*5 sante adriatico d’Italia sembra anzi una grande porta aperta, attraverso la quale passano gli scambi commerciali fra il Levante e gran parte del continente europeo. La natura ha voluto però seminare di contraddizioni le due coste. Dobbiamo infatti riconoscere che, per il numero e la bontà dei porti e special-mente per la sicurezza che olirono alla navigazione (che è favorita altresì dalle correnti marine), la riva illirica eccelle sull’italica; mentre, per quanto riguarda la facilità delle comunicazioni con l’interno, quella riva non solo è stata infelicemente trattata ma ha il retroterra assai limitato e non del tutto naturale, essendo la Balcania un immenso piano inclinato verso l’antico Oriente. Se da Trieste scendiamo lungo il litorale istriano e dalmato giù giù fino al canale d’Otranto, noi incontriamo dei buoni porti ad ogni passo, laddove, sulla nostra riva orientale, non troviamo che Venezia nell’alto Adriatico, Ancona nel medio, gli scali di Puglia nel basso. Senza dubbio, la nostra patria non conseguì un trattamento pari alla missione civile ed economica che si svolge sul suo lato di levante. Ma d’altra parte a che serve tanta dovizia di approdi sulla sponda illirica, quando il paese alle spalle è aspro e selvaggio, misero e quasi impenetrabile il retroterra? Dirò anzi che tali approdi mi sembrano collocati piuttosto per segnare il corso della navigazione ai legni risalenti l’Adriatico, che per dischiudere ai traffici marinari la Balcania occidentale.