DEI CONTI D’ASTARAC 3o5 duca Ji Borbone per far fronte a quel principe. Giunto 1’8 giugno 1442 il K a Tolosa per soccorrer Tartas assediata dagli Inglesi, fu visitato dal conte d’Astarac alla testa de1 suoi vassalli. L’anno dopo avendo il re convocati a Tolosa gli stati di Commingio pel di i5 febbraio, spedi da Montaubau il conte d’ Astarac con altri tre signori per assistere in suo nome a quella assemblea. Mori Giovanni III il i.° settembre 1458 giusta il necrologio di Berdoucs. Egli ebbe parecchie controversie con Filippo arcivescovo d’Auch e l’abate di Faget in proposito di alcuni fondi dell’arcivescovato c dell’abazia, di cui eransi impadroniti i suoi domestici sotto pretesto di erigere un vescovato a Marman-de; benché una tale erezione fosse già sin d’allora andata a vuoto. Avendo l’uffiziale d’Auch posta all’interdetto la contea d’Astarac in vendetta di tale usurpazione, ne reclamò Giovanni presso il siniscalco di Tolosa, sostenendo che i signori vassalli del re di Francia non erano soggetti all’interdetto ecclesiastico come non lo era il re stesso, ed ottenne dal siniscalco nel dì a3 dicembre 14*^4 una sentenza che ordinava all’ uffiziale di levar l’interdetto sotto pena di cento marchi d’ ammenda. La controversia fu ultimata con una convenzione seguita il ai febbraio i43q tra l’arcivescovo ed il conte (Chr. d’sluch pag. 54^ e 543). Giovanni III avea sposato, i.° Giovanna di Barbazan da cui lasciò Caterina maritata a Pietro di Foix visconte di Lautrec} 2.° Giovanna di Coaraze che il fe’ pad re del figlio che segue c di Maria moglie, i.° di Carlo d’Albrct signore di Saint-Bazeille^ 2.0 di Giovanni di Savignac signore di Bclcastcl. GIOVANNI IV. L’anno 1458 GIOVANNI figlio c successore di Giovanni HI servì con distinzione sotto il re Luigi XI che gli accordò in ricompensa una pensione di milleduecento lire di cui godeva nel 1474 e >47^* ^'u 3al re Carlo Vili posto nel novero de’suoi ciambellani, e in tal qualità accompagnò il monarca al conquisto del regno di Napoli alla testa di cinquanta lande. L’anno i5o3 egli cedette per quindicimila fiorini a Giovanni de la Platicre" i diritti che teneva sulla T. IX. 20