I72 lj ADRIATICO ed infatti nell’anno seguente Venezia si pose a fianco dei Greci, volò in soccorso di Bari, assediata dai Saraceni, costrinse costoro alla fuga ed in compenso ottenne da Bisanzio notevoli privilegi. Da allora ogni pericolo da parte degli infedeli va dileguando e, di più, sta per iniziarsi fra essi ed i Normanni quel gran duello, che segnerà la fine del dominio e delle scorrerie arabe nel Mediterraneo. Ed ora agli Slavi, ai quali unicamente spetta l’onore di avere creato la pirateria indigena del l’Adriatico e di averla lungamente mantenuta. Direi quasi che essi, annidati lungo quella riva orientale, tanto acconcia alle imprese corsare ed in ogni tempo così nefasta alla navigazione, ereditassero dagli antichi Illirici, e particolarmente dai Diburni, l’amore e l’attitudine al ladroneccio. Ho già precedentemente dimostrato come in quella sponda e nelle vicine isole dalmatine la pirateria fosse un fatto naturale e permanente, il quale scompariva soltanto quando una potenza marinara sapeva affermarsi sull’Adriatico, ma per nuovamente organizzarsi nei momenti di perturbazione generale, col rallentarsi della sorveglianza marittima. Roma si trovò costretta in vari periodi a purgare l’Adriatico dai predoni. Dopo la caduta dell’impero occidentale, con l’affermarsi dei Barbari alle rive di quel bacino, erano comparse, al posto degli antichi Illirici, delle popolazioni di nazionalità slava, le quali