302 l’adrjatico la potenza ottomana con l’occupazione dell’Africa mediterranea e col rafforzarsi della pirateria, mentre la cristianità si divideva, con la Riforma, in due campi l’un contro l’altro armati, la politica di Venezia deve assolutamente cambiare. Essa è costretta a collegarsi, contro il comune nemico, alla più forte potenza d’Europa, la sola che possa disporre di grandi forze navali per tener testa ai Musulmani, ornai signori del Mediterraneo e perturbatori del commercio fra l’Europa e l’O-riente. L,a lega con Carlo V è del 1523 e con essa la Repubblica s’impegna a salvaguardare il Milanese ed a contribuire alla difesa del Napoletano con venticinque galee ('). Era quanto occorreva per tener a bada gli Ottomani e restituire una relativa libertà ai commerci del Mediterraneo, se il Re Cristianissimo, per osteggiare la rivale, non avesse stretto quell’empia alleanza che, senza concedere alcuna gloria alla Francia, rafforzò la baldanza musulmana sui mari. Vi fu un istante in cui Venezia tornò alla politica precedente, cioè all’amicizia francese, e fu nel 1526, allorché si ordì la lega di Cognac con l’intento di abbattere la potenza di Carlo V. Fa Repubblica colse l’occasione per ristabilire il suo dominio sulle Puglie, porta dell’Adriatico; ed infatti le sue squadre occuparono Manfredonia, Mola, Trani, Monopoli e minacciarono Brindisi. Ma la I1) Manfroni, op. cit., p. 264.