336 i/Adriatico Dal canto suo il Bonaparte era convinto che i popoli di terraferma odiavano il governo della Serenissima e che quindi sarebbe stato facile indurli a ricercare spontaneamente l’unione con l’Austria (!). A questo proposito ricorderò che sul principio dell’anno precedente un incaricato del Direttorio cercava di convincere l’Austria a far pace promettendole compensi sull’Adriatico a spese di Venezia. Questa politica adunque rispondeva ad un punto di vista anche del Gabinetto di Parigi. Ecco perchè le due parti poterono accedere senza difficoltà ai patti di Leoben, che altrimenti giammai si sarebbero conclusi. Ea condotta del Bonaparte verso lo stato veneto dal 12 maggio al 17 ottobre 1797 è una prova che il territorio di esso non era destinato nè a costituire una repubblica consorella della Cispadana, nè a fondersi con la Cisalpina che veniva proclamata nel luglio. Già col trattato di Milano del 16 maggio il Generalissimo legava a sè la nuova repubblica democratica veneziana ed informava il Direttorio che ciò aveva fatto per avere in sua mano le Lagune e spingere i Veneti contro l’Austria qualora si fossero rotti i preliminari di pace. E per controbilanciare i vantaggi assegnati all’impero con quei patti, nel giugno il Bonaparte faceva occupare Corfù dalle squadre riunite di Francia e di Venezia. (x) Lettera al Direttorio 19 aprile ili Correspondance de Na-poléon I.