EARfeA&Ì E BIZANTINI l8l che si propone di soffocare ogni tentativo di autonomia politico-commerciale su l’una e l’altra riva dell’Adriatico. Che a tal fine mirasse, è dimostrato pure dalla condotta da lei tenuta verso le città del litorale italico, specialmente verso di quelle la cui concorrenza le sembrava più pericolosa. Il suo intervento a Ravenna in favore dei Bizantini, durante la lotta degli Iconoclasti, non può forse essere stato dettato anche dal timore che i Longobardi giungessero vittoriosi fino al mare? Ma se questo esempio fosse dubbio, tale non appare il nuovo intervento in Romagna, nella prima metà del x secolo, contro Ravenna e la sua alleata Comacchio : manifesta prova che fra i due litorali la rivalità era più viva che mai; ed ugualmente dirò dell’impresa del 1017 contro il vescovo di Adria, reo d’avere usurpato una parte del territorio veneziano verso Porto Fossone ('). Così nel 1141 la « Cronaca » del Dandolo ci informa dell’intervento veneto nei conflitti fra città marittime dell’antica Pentapoli e degli accordi stretti con Fano, di cui la Repubblica assunse le difese contro Pesaro e Sinigallia, ed in tal modo la città protetta si legò alla più forte e si sottopose ad un lieve tributo. Sempre in nome della stessa politica la Repubblica, scioltasi dalla Lega lombarda, allorché i disegni di Bisanzio pareano minacciare il suo pre- (*•) Manfroni, op. cit., p. 81.