DEI CONTI DI COMMINGIO 223 Aznario qualificato da Frodoard per conte di Guascogna e clic fu uno di que1 signori di Aquitania c di Gotliia che si recarono a fare omaggio al re Baule l’anno g31, quando questo principe tragittò la Loira per far riconoscere la sua autorità in quella parte della Francia, ov’cra stata sino allora sconfessata. Aggiugne lo stesso autore che Aznario cavalcava in quell’occasione un cavallo vecchio di oltre cent’anni, e nondimeno tuttavia vigoroso. (Boutj. tom. Vili pag. 188). Nel g44 e g56 comparisce Arnaldo in qualità di conte di Commingio; viene dopo lui Iìoggiero I che nel g83 segnò la carta dell’ unione della badia di Pessan con quella di Simorre (Gali. Christ. nov. tom. I pr. pag. 168 col. 1); indi Raimondo I nel 997, poscia Amclius, Bernardo I figlio di Raimondo, Guglielmo nel ioi5 e io25, Roggero II nel 1026 c ro35, Arnaldo li nel 1062 e 1070, Roggero III nel 1074, Bernardo II figlio di Raimondo nel 1075 e 1100} ma non ò certo che tutti cotesti conti discendano dallo stesso stipite. Abbiamo maggiori lumi quanto ai successivi. BERNARDO III. BERNARDO figlio di Roggero era conte di Commin-gio circa l’anno ii2o. Questa è l’epoca a un dipresso, giusta Saintc-Marthe, di una fatale spedizione da lui fatta conira la città di Conserans di cui pretendeva avere le due terze parti che dal vescovo Pietro gli veniano contrastate. Non potendo riuscire nella sua pretensione per la via del diritto, ricorse alla violenza, e quando meno se lo attendeva, entrò furtivamente colle sue genti in città e vi appiccò il fuoco dopo fatti prigionieri il vescovo e gli abitanti e trasferitili co’ loro averi nel villaggio di Saint-Gerons che a lui apparteneva. Conserans rimase deserta per lo spazio di sctt’anni sino a che il vescovo concedette al conte, a malgrado del suo capitolo, ciò che formava il soggetto della controversia. Bernardo godette tranquillamente della sua usurpazione per circa vent’anni. Ma mortalmente ferito l’anno u5o in una battaglia combattuta presso Saint-Gaudcns, ne provò rimorso tale che il determinò a restituire al vescovo quanto gli aveva usurpato, e a riparare i danni che