CRONOLOGIA STORICA 484 DON JAYME III. L’anno iòuq DON JAYME successore di Sanzio suo zio, nell’armo suo dodicesimo inviò noi i32Ò ambasciatori al re Carlo il Bello che era succeduto a Filippo il Lungo suo fratello morto il 3 gennaio i322 per chiedergli la liberazione della parte di Montpellier che gli apparteneva e della baronia di Omelas che quel principe avea fatto apprendere e porre sotto la sua mano per difetto d’omaggio. Crii accordo Carlo la sua inchiesta a condizione facesse omaggio per procura entro quattro mesi e in persona giunto che fosse all’età maggiore. Don Jayme visse in armonia con quel monarca che lo amava a titolo della parentela cb’cravi tra loro e deH’attac.eamento che i re di Majorica avevano sempre dimostrato per la Francia. Ma il regno di Carlo fu assai breve essendo stato da morte rapito il i.° febbraio i328. Filippo di Valois salito al trono dopo di lui, ricevette il 28 aprile i33i l’omaggio che gli era venuto a fargli don Jayme: ma in seguito questi violò un tal atto coll’omaggio universale da lui reso a don Pedro IV re d’Aragona per tutti i suoi possedimenti, niuno eccettuato. Quando ciò ebbe inteso il re di Francia, intimò al re di Majorica nel i34o di portarsi a rinnovargli il suo omaggio per Montpellier c sue dipendenze. Alla quale intimazione si rifiutò don Jayme sotto varii pretesti di cui il principale era che lo scambio fatto da Filippo il Bello col vescovo di Maguelone che avea pro-curato al re la immediata signoria di Montpellier, ora nullo perche latto contro il divieto del papa. Da questo può giudicarsi degli altri suoi pretesti. Per motteggiare più apertamente il re di Francia, egli nel mese di gennaio ii/\i bandir fece a Montpellier delle giostre in onta al divieto che ne avea fatto l'ilippo di Valois durante la guerra che si avea allora coll1 Inghilterra. Il conte di Valentinois luogotenente del re avanzossi per impedirle con truppe in vicinanza a Montpellier; ma esse non però meno ebbero luogo. Don Jayme contava sul re d’Aragona, ma questi malcontento egli pure del re di Majorica che gli ricusava l’omaggio del Rossiglione e degli altri suoi domimi ed intimorito