di Genova, e, perfino del Corpo d’occupazione dell’ Isola di Rodi. Questi motoscafi, in gran parte, di piccole dimensioni, e di velocità assai modeste, (12-15 miglia), furono, al principio, addetti soltanto, come in Inghilterra, ai servizi di collegamento ed a qualche pilotaggio. Ma per l’iniziativa di alcuni comandanti, approvata e secondata dall’ Ammiraglio di Revel, allora Comandante dell’ Alto Adriatico, a questi motoscafi e specialmente a quelli della Difesa di Grado, vennero assegnati, a poco, a poco, veri e propri servizi di guerra, come le scorte ai velivoli, la pesca e, talora anche il dragaggio delle mine, le ricognizioni in costa nemica. Ogni motoscafo ebbe in dotazione un cannoncino, fucili, pistole, attrezzi per la pesca delle mine, bombe antisommergibili, ed i volontari furono addestrati al maneggio di queste armi. Intanto, fra il Febbraio e l’Aprile del 1916, nel cantiere della S.V.A.N. di Venezia erano varati i primi M.A.S., creazione prettamente Italiana, e al comando di questi, malgrado le proteste dei soliti misoneisti, fu chiamato anche qualche volontario. La buona prova fatta, indusse il Ministero a dar forma stabile e regolare a quello che, in principio, era stato soltanto un esperimento, e ad ogni volontario venne offerto il modo di ottenere il comando di un M.A.S., mediante un breve corso di istruzione. In progresso di tempo, quando i M.A.S. vennero raggruppati in squadriglie, ed impiegati in Mediterraneo alla caccia dei sommergibili, e nelle scorte dei convogli, un Capo Gruppo volontario, nel 1 91 7, e, successivamente, Vili