col conduttore per qualche guasto, vero o supposto, del motore. Ogni tanto, qualche compagno, per farlo stizzire, lo chiamava n principe n ed egli ci si arrabbiava, sebbene fosse principe sul serio, di una famiglia storica, celebre per un Cardinale, famoso organizzatore di bande borboniche, ai tempi napoleonici. Era anche sposo di fresca data ed il suo matrimonio era stato celebrato, pochi mesi prima, dal Papa, in persona. Così mi disse un tenente del Genio, grasso, con una testa che pareva staccata da una statua dell’ imperatore Vitellio, e che teneva allegra la brigata coi suoi frizzi romaneschi, e con la verve con la quale si lamentava umoristicamente di aver dovuto chiudere il suo pacifico studio di ingegnere, a Roma, per assumere la costruzione di una batteria i cui lavori erano, purtroppo, con desolante frequenza, interrotti dalle bombe degli aereoplani nemici e dai proiettili delle batterie di Duino. Così, chiacchierando, ridendo e fumando un numero inverosimile di sigarette, giungemmo, a notte fatta, a Belvedere, dove avremmo dovuto trovare un motoscafo per traghettarci a Grado. Trovammo invece un fonogramma del Comandante di quella Difesa, che ci annunziava che, data 1’ ora tarda, ed il tempo burrascoso, non avremmo potuto sbarcare a Grado per quella notte. - Non ha detto altro? chiedemmo al marinaio che ci portava l’infausto messaggio. - Ha detto che procurino di arrangiarsi. Arrangiarsi è un verbo assai noto in Marina ; e, dopo aver brontolato contro chi ci lasciava senza pranzo, e senza ricovero, sotto una pioggia diluviale, finimmo per arrangiarci in una baracca dove trovammo della paglia per dormire, e due brave guardie di finanza che ci offersero di dividere una modesta cena composta di pane, formaggio e qualche pomo. E così, allegramente, come ai tempi delle giovanili escursioni alpine, e delle prime crociere, passai la mia prima notte di ufficiale in grigio-verde. 8