l’Isonzo che non esplorassi, ora con l’uno, ora con 1’ altro, con grande diletto e profitto mio, e con grave scandalo di tutti i denigratori dei motoscafi, che cominciarono a deplorare lo spreco di benzina che queste escursioni producevano. Io lasciavo dire e col tacito consenso del Comandante, continuavo le escursioni. In una di queste, mi ero spinto da Porto Buso a Porto Nogaro, dove ero sbarcato col proposito di visitare San Giorgio. Stavo percorrendo, a piedi, la strada polverosa, quando da un carrozzino sgangherato balzò a terra un ufficiale di marina, mi venne incontro, e, stendendomi la mano, mi disse il suo nome : Sauro. Di statura media, tarchiato, con un viso rotondo, sbarbato, di colore acceso, in cui brillavano due occhi furbi, col berretto gettato all’ indietro in modo da lasciare scoperta la fronte spaziosa, con la divisa un po’ trasandata, aveva 1’ aspetto più di un buono e rude capitano della marina mercantile che non di un ufficiale della R. Marina. E non si sarebbe certamente offeso se glielo avessero detto. "Era volontario, irredento, e serviva il Comando in capo in missioni speciali. Per il momento, dirigeva i lavori per un’ ostruzione a Porto Buso ". Così mi disse, e appena seppe che col mio motoscafo avrebbe potuto tornare più rapidamente a Porto Buso, mi si pose a fianco e, cammin facendo, mi narrò con fare bonario e intramezzando il suo discorso con frasi dialettali, varie vicende della sua vita di navigante e mi espose il suo' fermo proposito n di farghene tante a quei cani ". Tratto, tratto, interrompeva il discorso per salutare un passante, per entrare in una bottega, a scambiar quattro ciacole, come diceva lui, col tale e col tal altro, per stringere la mano a questo o a quello. Come Dio volle, arrivammo a Porto Nogaro e ci imbarcammo. In una stretta svolta del canale, il motoscafo, per una falsa manovra del motorista, incagliò. Sauro, toltasi la giacca e le scarpe, rimboccati i calzoni, si gettò in acqua per aiutare i marinai nel lavoro di disincaglio. 12