L’OPERA DELLA R. MARINA IN GUERRA Arduo era il compito assegnato alla nostra R. Marina nella guerra 1915-18: proteggere anzitutto la nostra costa Adriatica da qualsiasi tentativo di offesa ddl'avversario, il quale avrebbe potuto anche disturbare l’ala destra del nostro schieramento terrestre, nel golfo di Trieste; assicurare i rifornimenti di viveri, munizioni e materie prime, necessarie per la vita del paese e per le esigenze dell’Esercito; scortare i numerosi convogli di truppe che erano costretti ad affrontare i bracci di mare che dividevano i nostri porti dalle basi di Valona e di Salonicco e dalle nostre colonie. Se notevole era, poi, la superiorità della nostra Marina su quella Austro-ungarica, tanto più che alle nostre si aggiungevano numerose unità delle marine alleate, il nemico era favorito, per contro, dalla singolare configurazione delle coste adriatiche. Mentre, infatti, dalla parte nostra la costa è tutta liscia, bassa, priva di insenature e di porti (da Venezia a Brindisi son circa 700 chilometri, senza nessun porto capace di dar ricovero ed appoggio a navi da guerra), la sponda opposta, invece, è un sol ricamo di baie, di golfi, di canali, davanti a cui le isole Dalmate e Curzolane stendono una barriera protettrice: a Pola, a Sebe-nico, a Spalato l’Austria aveva creato formidabili piazzeforti, e di Trieste, Fiume, Lussinpiccolo aveva fatto altrettante basi navali. Era quindi agevole alle navi nemiche sbucare di sorpresa dai loro comodi recessi, raggiungere rapidamente la nostra costa, seminarvi morte e rovina e ritirarsi, quindi, prima che le nostre navi potessero essere avvisate ed accorrere. La più grave di queste scorrerie fu eseguita dalla flotta avversaria nella notte sul 24 maggio del ’15, mentre le nostre truppe iniziavano le ostilità alla frontiera; molte località della costa