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  Furono le giornate sanguinose del Fortino, di Casa Cadamuro, del molino Rossi, di Casa Caccianiga e Bonet, di Casa Pastori, della Cappelletta, di campagna Boiago, di tutto Candelù che, perduto e ripreso da una parte e dall’altra, fu il « terreno martoriato di proiettili, urlante di cadaveri ». Ma il nemico non passò!
  In Candelù esisteva un cimitero militare che è stato soppresso: le Salme italiane sono state traslate nel Monumento Ossario di Fa-garè della Battaglia; quelle austro-ungaricht nel Cimitero austriaco di Le Crosere, nel Comune di Breda di Piave.
  Da Candelù proseguire per Fagarè della Battaglia.
  A Fagarè si può interrompere l’itinerario, rientrando a Treviso come si è detto, per S. Biagio di Callalta.
  Sulla grande rotabile verso Treviso, a 500 m. dal bivio di Fagarè, e precisamente sulla stessa area sulla quale venne eretto il Monumento del Marchetti a ricordo delle eroiche gesta compiute dai nostri meravigliosi soldati dal Novembre 1917 a Vittorio Veneto, è sorto un grande Ossario per i Caduti di Guerra.
  La Monumentale Opera a forma di grande esedra ha la parte centrale a porticato aperto e termina ai due lati con due robusti corpi che formano testata. E’ disposta in modo da abbracciare il Monumento preesistente.
  Nell’Ossario sono state tumulate 10.177 Salme di nostri gloriosi Caduti — 5149 identificate, 5028 sconosciute — tratte da 80 Cimiteri militari e civili del Basso Piave e zone limitrofe. In due loculi particolari riposano le spoglie delle Medaglie d’Oro Maggiore Francesco Mignone e Tenente Colonnello Ernesto Paselli.
  La zona antistante alle due opere è sistemata con viali, aiuole e piantagioni di sempreverdi.
  Ad est e ad ovest, lungo la siepe di cinta, sono stati collocati i due pezzi di muro della casa situata di fronte alla stazione ferroviaria di Fagarè, sui quali i nostri soldati scrissero nei giorni della lotta la famosa frase:
MEGLIO VIVERE UN GIORNO DA LEONE CHE CENTO ANNI DA PECORA