Karavelov parla chiaramente la necessità dura di non piegare l’animo ma di tenderlo ad un fine unico: la rivolta e la libertà. « La libertà bisogna conquistarla con le proprie forze ». Alla attività poetica e giornalistica di Karavelov si dovette in buona parte se il problema bulgaro entrò nella coscienza europea. A quella di Petko Slavejkov e di Christo Botev si dovette se l’idea della libertà divenne così ferma e decisa che nulla più potè smuovere. Belle, magnifiche figure nella storia di un popolo asservito ed anelante alla libertà, nobili, pure anime di poeti! Il primo, Petko Slavejkov, come già Rakovski diede alla grande causa dell’indipendenza la sua opera ed il suo canto, ma aggiunse poi anche una sagace attività di folklorista che servì a rafforzare la coscienza del popolo. Da quale ardore lirico sono animati gli appelli all’azione di Slavejkov! L’impulso poetico è ricco di immagini spontanee, naturali, semplici e nello stesso tempo profondamente simboliche : a Levati su, son venuto da te, a cantare per risvegliarti dal sonno! ». « S’è accesa l’aurora dorata, e caccia via la notte perchè ci sia più luce per risvegliarti ». Come un senso di smarrimento materno si impadronisce di lui quando, nel 1873, i tentativi rivoluzionari apparono vani ed egli non può che cantare in un’elegia piena di accorata dispe- * ]0 *