biasimare la nuova corrente degli Slavejkov e dei Todorov, che, oggi alla critica, appare certamente più feconda di risultati per la poesia bulgara che non l’eco dello stesso Vazov in Christov, per quanto sincera e profonda essa potesse essere.
   Purtroppo la morte prematura in guerra non ha pexmesso al poeta della nuova generazione che meglio forse avrebbe saputo sviluppare la spontanea sua natura di lirico bulgaro nelle forme migliori della poesia europea, Dimco Debeljanov, di rivelarsi a pieno. La raccolta postuma dei suoi versi fa pensare con profondo rammarico che la poesia bulgara ha forse perduto in lui il suo rappresentante migliore.
   Quale dei poeti che durante gli ultimi due decenni hanno cantato nelle nuove condizioni di vita, e cercato di esprimere il nuovo spirito bulgaro, sarà il poeta della Bulgaria, è ancora difficile dire oggi. Troppo vicina ancora la morte di Ivan Vazov che ha riempito del suo nome tutto un cinquantennio di storia letteraria, perchè si pensi ad un successore. Troppo vive ancora le lotte tra le nuove correnti perchè sia dato vedere quale fra esse ha dato frutti di reale valore, troppo diverse le forme perchè possa prevedersi quale sarà vincitrice. Ma certo un fervore grande di creazione ha continuato, durante e dopo le nuove dolorose vi-
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