«lei tuo destino, l’ora della realizzazione della tua grande missione nel mondo ». La Russia adempì allora questa missione e la Bulgaria fu libera. I canti dei Rakovski, degli Slavejkov, dei Karavelov, dei Botev e degli altri che avevano lungo la via ingrossata la schiera : Zinzifov, Stambulov, Gerov, Zafirov e il giovane Vazov, non avevano risuonato invano e la loro eco durò ancora a lungo. Il periodo che seguì, periodo di organizzazione dello Stato fu, come sempre avviene, un periodo meno eroico, quello in cui le meschinità e le bassezze coltivate dalla schiavitù, credettero di poter trionfare. Diverso doveva essere il tono dei canti, diversa la voce dei poeti. La Bulgaria risorta ebbe il suo primo grande poeta in Ivan Yazov, creatore del romanzo bulgaro, novelliere, autore teatrale, espressione complessa del genio del popolo. Ma Vazov s’era educato anch’egli alla disciplina eroica della vigilia e se i tempi diversi vollero parole diverse egli seppe trovar sempre le più alte, le più belle, le più efficaci, così nella poesia come nell’epica e nel romanzo. Come era stata una fortuna per la Bulgaria aver avuto i suoi eroici cantori di libertà e di indi-pendenza, fu una nuova fortuna avere in un nuovo poeta il difensore spirituale dei beni così sanguinosamente conquistati. Vazov fu prima di tutto poeta civile : il potente lirismo * 17 *