lotta e del valore. La piccola politica di coloro che non vedono nei popoli entità vive, milioni di cuori uniti in un cuore solo, ma cifre con cui calcolare vantaggi e danni dell’oggi, chiusi gli occhi al domani, ben poco poteva comprendere delle sofferenze e delle aspirazioni bulgare, oltre il problema degli equilibri e degli accordi, fondati su reciproche concessioni di padroni a danno di popoli schiavi e calpesti. Tali furono in fondo i tentativi delle potenze di ottenere dalla Turchia delle riforme e la cessazione delle brutali stragi che la deputazione bulgara aveva chiaramente denunziate con quelle parole che solo il fervore ispirato d’una fede poteva aver suggerito: « Rassegnato e paziente nel suo lungo martirio, il popolo bulgaro è giunto all’estremo. La misura dei suoi mali e dei suoi dolori è colma ed esso non vive che a metà. Poiché non crede che la sua schiavitù sotto il governo ottomano sia una condizione necessaria al mantenimento dell’equilibrio europeo o al progresso del genere umano, si rivolge ai governi cristiani dell’Europa... ». Se i canti dei poeti fossero giunti all’orecchio degli uomini politici, avrebbero essi ottenuto quel che le parole degli uomini politici non poterono ottenere? e cioè... (c il diritto di vivere non come un branco di pecore buone ad essere tosate o massacrate quando piaccia al * 15 *