dispregio per la turba rumorosa, dovettero sembrare elementi più accessibili per spiriti ai quali essi non apparivano ancora ripetizioni retoriche. Una delle più tipiche manifestazioni di questo romanticismo ritardatario, è nella poesia Lo stravagante: « L’ho veduto sulla riva del mare — guardava distratto nelle lontananze, l’ho incontrato nel campo — errava a capo basso sopra pensiero. E Dio sa dove, vagando col pensiero, egli andava, lo sguardo torbido, e uno strano, malvagio sorriso, sfuggendo ogni incontro con gli uomini. Ma il mondo non ama chi va senza scopo e ognuno l’odia come si deve, ed ognuno si guarda da lui, ma folle nessuno lo chiama. Sul suo volto cupo sono rughe profonde, tracce evidenti di crude esperienze; eternamente solo nella turba rumorosa che cosa lo porta infelice alla tomba, un folle amore, o un folle odio? ». Ma non è questa la sola. In altra poesia il poeta dice : « Non cercare di sapere di dove me, infelice, portano le sventure sotto l’ardore del sole. Non cercare di sapere dove me anacoreta porta la mia vita deserta per la pace delle tenebre ». Note di byronismo risuonarono anche sulla lira di un altro poeta, Kirill Christov, che ebbe il battesimo entusiastico di Vazov, il quale per lodarlo non seppe trattenersi dal * 33 *