Feterna prometeica lotta tra la fede e la disperazione. Slavejkov venne alle fonti della grande poesia occidentale del sec. XIX spinto dalla sua stessa natura lirica che non soddisfatta abbastanza degli strumenti che le offriva la poesia patria voleva nuovi strumenti alla propria rivelazione. A mostrare forse che l’anima e la lingua bulgara erano capaci di manifestare tutti i sentimenti e concepire i pensieri che formavano la caratteristica di poeti diversi —-quali quelli dai quali più o meno direttamente egli era andato a scuola — nel 1910 Penco Slavejkov pubblicava un’antologia di poeti che Feditore diceva tradotti da lingue stra-neiere, ma che erano invece volti diversi dello stesso preteso traduttore, Slavejkov. Può darsi che attraverso questa mistificazione il poeta abbia rivelato più la sua capacità riflessiva, notevole del resto in lui accanto alla finezza ed acutezza degli stati d’animo anche nelle altre sue liriche, ma certo è che la prova ch’egli voleva dare era riuscita e i suoi tentativi divennero modelli. D’altra parte la corrente più strettamente legata alla tradizione e di cui era corifeo Vazov aveva pure avuto nuovi sviluppi, oltre che nel già ricordato Michajlovski, nell’esteta Velickov che a un grande amore per la patria aggiungeva un senso di grande sere- * 30 *