guale, e con sacrifici terribili preziosi e innumerevoli sei riuscita a riscattare il tuo avvenire. « T’ho amata quando la libertà brillò sui tuoi Balcani, quando sulle tue rovine, sulle tue ferite vivida rifiorì una vita magnifica. « Ti salutai quando sorprendesti il mondo, presso Slivnitra, col tuo « urrà » vittorioso, e raccogliesti i tuoi primi allori e una potenza ignota si risvegliò in te. « T’ho amata nei tuoi giorni torbidi e nelle scosse terribili che hai provato, quando in breve tempo dovesti vivere i tormenti di un secolo e mali innumerevoli. « T’amo anche oggi che hai dimenticati i compiti brillanti e i malvagi esempi e sei divenuta campo di furiose brame e di selvagge contese, « Quando nel tuo terreno semi terribili cadono in un terribile raccolto, e un soffio infernale ti spinge verso il male perduta la fede in qualsiasi stendardo, « Quando, avida di sentire un baldanzoso appello, o povera madre, madre, madre inquieta — più che mai sei degna d’esser pianta, d’essere rimproverata ed amata! ». La libertà della patria gli dà finalmente agio di abbandonarsi anche alla gioia divina della vita nella natura. È da questa partecipazione intensa che deriva quella nuova nota che * 20 *