LA R. GUARDIA DI FINANZA NELLA GUERRA ITALO-AUSTRIACA 1915-18 Per la guerra italo-austriaca la Regia Guardia di Finanza mobilitò complessivamente 32.000 sottufficiali e militari di truppa e 700 ufficiali. Di essi circa 12.000 sottufficiali e militari e 270 ufficiali costituirono 18 battaglioni, che entrarono a far parte deH’csercito operante, mentre i rimanenti continuarono nei compiti loro assegnati nel Regno e fornirono i complementi necessari per i reparti alla fronte. All’inizio delle ostilità i 18 battaglioni mobilitati vennero così dislocati: sette in Trentino (i* armata); uno in Cadore (4“ armata); tre nella zona Carnia; sette, infine, sull’Isonzo (2* e 3* armata). Tranne qualche rara eccezione, detti battaglioni vennero impiegati isolatamente, nè ebbero modo di compiere da soli operazioni di rilievo, avendo sempre agito insieme con riparti di maggiore entità; la storia, quindi, delle imprese compiute dalle fiamme gialle, che registra mirabili ardimenti individuali e collettivi, non può esser fatta che seguendo attraverso i quattro anni di guerra i singoli battaglioni. Basterà qui ricordare gli episodi più importanti ai quali onorevolmente parteciparono reparti di finanzieri, e consacrare i nomi di quei valorosi, che in particolar modo onorarono sul campo del sacrifizio il corpo cui appartenevano. Così, nel primo anno di guerra ricorderemo il 170 Battaglione, che partecipò alla presa di Ala con le truppe del generale Cantore; il 20° e F8°, che combatterono nel giugno sul Freikofel e sul Pai Piccolo, ove cadde da valoroso il maggiore Giovanni Macchi, comandante del 20° Battaglione. Sull’Isonzo, poi, il 20 Battaglione si affiancava degnamente, il 15 ed il 19 luglio, ai fanti della Brigata Re in durissimi attacchi sul Podgora, che gli costarono perdite notevolissime; nel solo attacco