30 I DIAMI DI MARINO SAN UTO Lo stesso può dirsi dell’ esemplare più copioso (fuorché negli elenchi) del codice 969 del Museo, già appartenente ad Emanuele Cicogna, il quale scrisse che se questo codice, non è la copia esatta della scrittura originale del Sanuto dedicata allo Zorzi, deve certamente contenere gli elementi di cui quella era composta (1). Rinaldo Fulin poi, in occasione di nozze cospicue, stampò a Venezia nel 1880(2) questa Cronaca; dal codice Cicogna confrontato coll’autografo Marciano. Anche la grande opera, molto più importante e copiosa, Le Vite dei Dogi, che il Sanuto intraprese nello stesso anno 1493 e prosegui negli anni successivi con aggiunte ed interpolazioni che arrivano fino al 1530 (3), incomincia collo stesso capitolo sulle origini di Venezia, premesso alla precedente Cronachetta dedicata al doge Barbarigo. Egli aveva dichiarato di dedicare al medesimo doge questo piii esteso e più utile suo lavoro, ma in nessuno degli esemplari che tuttora si conservano della grande Cronaca si trova la accennata dedica, appunto perchè non considerò mai compiuta definitivamente quest’ opera. Dopo il breve capitolo sulla Origine et sito della città di Venezia, l’autore riportò parecchi importanti elenchi già premessi alla precedente Cronachetta De Magistratibus urbis, ed altri ne aggiunse, come qui indichiamo colle stesse sue parole : « Doxi creati in Eracliana zoè Citanova, secondo una cronicha. « Questi sono tutti i doxi stati a Venetia. » » » li episcopi. » » » i patriarchi. » » » i cancellieri grandi (4). « Le caxade dei zentilhomeni del Mazor Conseio, per ordine alphabetico. » » di signori et forestieri azonti nel Mazor Consejo, poi il serar di questo. (1) Arch. Ve». IV, p. 97 nota. (2 R. Fulin, Cronachetta di Mariti Sanudo, (por nozze Hellembach-Papadopoli), Venezia, Visentini 1880. (3) Il cod. Marciano cl. VII n. 800, cho contiene la prima parte di questa cronaca ed è autografo, mostra chiaramente le interpolazioni ed aggiunte fatto dall’ autore al testo della narrazione originaria, le quali si estendono fino all' anno 1530. Però è da notare che anche nel testo della narrazione originaria vi sono accenni di fatti posteriori alla dichiarazione dell' autoro nello lettere qui riportate del 1493 e del 1495 (pagg. 27 e 38) per es. quelli relativi al suo viaggio a Genova nel 1495, alla deliberazione del Consiglio dei X 1510 7 maggio, locchè farebbe credere che il testo originale fosse una copia autografa, con aggiunte e correzioni, del primo testo accennato nelle lettere suindicate. Cfr. Monticolo Vite dei Dogi del Sanuto, edit. Lapi, Città di Castello 1900 e segg. pagg. 106, 241, 258, 269 passim. (4) Fino all’ anno 1529. Vedi nota precedente.