114 I DIARII M MARINO SANUTO S. Marco, 1’ arca del cardinale Zeno, i leoni ecc. ; ed è curioso come il Sanuto si compiaccia dell’ allargamento delle vie (S. Gio. Crisostomo) dicendo che una città quanto ha vie più comode e tanto meglio è, rispetto alla viabilità e alla salute, precorrendo i moderni disformi giudizj. (1) Importanti assai sono le notizie che i Diurii possono somministrare alla storia della geografia, dell’ economia pubblica, della statistica nei più minuti particolari, e delle scienze, della letteratura e dell’arte. Un’ idea dominante nel nostro grande cronista è che gli esempi veugono dal-1’ alto, gli piange 1’ animo quaudo scorge resistenza ad adempiere i doveri verso la Patria, vuole che i primi agli onori siano i primi ai cimenti e ai sacrifici, raccoglie il mormorio quando ciò non avviene, si che ripete la frase nell’ elegia del Navagcro attribuita al doge Leonardo Loredan : Exemplum eni/n dedi vobis, que-madmodum ego feci ita et vos facialis (2). Ora diremo delle vicende dei IHarii dalla loro origine fino alla compiuta loro pubblicazione. « Havendo, non senza summe et cotidiane fatiche, compito di scriver le guerre »francesi in Italia ne gli preteriti anni state, et reduta l’opera in magno vo-» lume (3) considerai non esser di dover lasciare di scrivere quello che in Italia » accadeva, licet Carlo Vili re di Franza si fusse ritornato nel regno di là da » monti. Et questo per doy respecti potissimi : l’ uno acciò il successo di le cosse » non andasseno in oblivione ; 1’ altro perchè ancora el reame di Napoli o vero » di la Puja non era tutto reaquistato da Ferdinando secundo re di casa Aragona » et di Napoli, et quello voleva recuperare, benché le forze sue fossero molto » piccole, perchè ancora molte terre in tutto quel regno si leniva a petitione di » detto re di Franza, et oltra che vi era monsignor di Monpensier capitano pri— » mario et viceré, ivi in reame posto dal prefato Carlo, etiam assà numero de » francesi et grandissima copia .di anzuini con qualche barone che da francesi » teniva. Adonque l’ajuto de’venetiani el fu necessario. Pertanto volendo farne » qualche memoria, quivi, lasciato ogni altro ordine dii comporre, sarà descripto » tutte le nove verissime venute. Et succinte, comenziando nel primo dii mexe di » zenaro 1195, al costume nostro veneto, (cioè 1400) perfino che si vedrà la quiete » de. Italia, a Dio piacendo anderò descrivendo : prometendo a li lectori, in altro » tempo, havendo, più ocio, in altra forma di parlare questo libro da mi sarà » redutto ; ma quivi per giornata farò mentione de quelo se intenderà, comen-» ciando da Alexaudro pontífice romano sexto ». Con queste parole incomincia e da ragione della grande sua opera. Egli stesso (1) Diurii LV, 435. ^2) Lamkkrtk o, Discordo alla Deputazione Veneta di storia patria, gennaio 1893. Nuovo Archivio veneto voi. V, pag. 243. (3) La spedizione di Carlo Vili. Cf. qui a pag. 34 e seg.