PREFAZIONE 111 Vedemmo 1’ uomo privato, disgraziato nella fanciullezza, d’ animo ilare in gioventù, poi serio e severo, sempre retto ; lo cogliemmo nella sua grande affezione al nipote Marcantonio Venier, che considerò ed amò come figlio, e in quella che portò alla madre, alla sorella, e alle figlie naturali, Bianca e Candiana, frutto di amori giovanili, cura premurosa di tutta la sua vita. Di carattere un po’ difficile e scontroso sentiva molto di sè, uè sapeva rassegnarsi alla mortificazione di vedersi posposto nelle elezioni a chi credeva avesse minori meriti. Di profondo e versatile ingegno, d’instancabile forza nel lavoro e nello studio, avea resa la sua biblioteca uno splendido ornamento di Venezia. Raccoglitore pertinace di cronache, memorie, documenti, lettere e di tutto quello che potesse giovare ai suoi lavori, fu uno storico molto diligente ; cronista acuto, perspicace, insuperabile ; letterato mediocre. Coltivò anche le muse, con poca fortuna ; ma fece preziose raccolte di poesie specialmente politiche, ben conoscendo come i canti e le satire popolari del tempo giovano anch’ esse a chiarire la storia. Scrittore infaticabile, meraviglioso, e quasi diremmo unico fra gli uomini di Stato, non fece stampare alcuno dei suoi molti lavori, mai se ne mostrava pienamente soddisfatto, voleva riordinarli, rifarli, corregerli, limarli. Eppure viveva a Venezia, che era allora 1’ Atene del mondo, quando Aldo Manuzio stampava, Erasmo e il Murato correggevano le bozze di stampa. Dell’ operosità dello scrittore fanno ampia testimonianza le opere di lui che tuttora si conservano e che ci siamo studiati di rintracciare e descrivere; ma principalmente ne fa fede l’ingente cronaca dei Diarii. Di questa che ebbimo l’onore e la fortuna di pubblicare compiutamente, volume per volume senza interruzione e con venticinquenne fatica, crediamo qui opportuno di dare qualche particolare notizia. Se la istoria deve ricercarsi attraverso l’intreccio dei documenti contemporanei, ne deve altresì la ricerca essere generale ed estesa al maggior grado possibile, senza di che si recherebbe in luce soltanto una verità parziale che in molti casi è un errore certo. Perciò il Sanuto senti la convenienza, anzi la necessità, di raccogliere quanti più documenti potè conoscere, i quali raffrontati fra di loro a lume di critica vengono a spiegarsi e integrarsi a vicenda. Cosi dicasi delle innumerevoli lettere da lui inserite nei Diarii. Queste lettere portano l’impronta dei tempi, e mentre molte di esse spettano ad affari nei quali i loro scrittori presero parte, tutte poi danno una idea più vicina, più famigliare, di caratteri, di costumi, di avvenimenti. Spiegano cause di azioni che senza di esse sarebbero impenetrabili, gettano viva e nuova luce su parti della storia credute esaurite dai lettori superficiali.