34 I DIARII DI MARINO SANUTO Il Monticolo, con cultura ed erudizione di cui sono mirabili prove i fascicoli finora usciti in luce (1), non solo ristabilisce il testo del Sanuto, ina lo confronta e completa colle varie cronache alle quali egli attinse (2), coi documenti da lui trascritti e riassunti, e colle fonti ufficiali e sincrone che illustrano gli avvenimenti, per cui le Vite dei Dogi del Sanuto riusciranno il più importante e magistrale monumento della storia di Venezia, dalle origini fino all’ epoca in cui comincia la grande serie dei Diarii dello stesso autore. Imperocché colla pubblicazione della cronaca Vilae ducum che si lega col-1’ altra opera del Sanuto : La spedizione di Carlo Vili in Italia, di cui diremo più innanzi, e dalla quale, senza interruzione, si viene al colossale lavoro dei Diarii, ora finito di stampare, abbiamo una serie storica compiuta dalle origini di Venezia fino all’ anno 1533 scritta dall’ infaticabile ed eruditissimo Marino Sanuto. Per compiere le Vite dei Dogi il Sanuto preparò una grande quantità di materiali, e si apparecchiò con larghissimi studi sulle memorie della patria. Qual ricercatore egli fosse delle cronache antiche, dei documenti e delle fonti più pure, secondo lo stato della critica al suo tempo, lo affermano tutte le sue opere, e rispetto a queste Vite dei Dogi gli stessi riferimenti dello scrittore alle fonti ; ma più ancora lo attestano i numerosissimi manoscritti autografi del Sanuto od a lui appartenenti, che tuttora sussistono (3), i quali contengono memorie, appunti, poesie, cronache, frammenti, documenti letterari e diplomatici ecc. ed estratti dai pubblici libri (4). Mentre attendeva alle Vite dei Dogi, l’instancabile Marino Sanuto rivolse il pensiero ad un altro lavoro di storia contemporanea. Senti che accadevano avvenimenti, nei quali si trovava impegnata non solo la repubblica di Venezia ma tutta intera l’Italia, «he 1’ argomento incomparabilmente cresceva non solo di mole ma di importanza, e che la descrizione dei nuovi fatti, originati dalla discesa di Carlo VIII in Italia, non era più compito di un cronista che si limitasse a raccogliere tutto quello che avea rapporto colla sua città, per quanto influente e famosa, ma bensì di uno storico che imprendesse a narrare le vicende della gran patria italiana. Si risolse quindi a dettare una storia, e scrisse La spedizione di Carlo YIII in Italia. Era forse suo intendimento di aggiungere questo nuovo suo lavoro, (1) Finora uscirono i fascicoli che arrivano all'anno 1178. (2) Le cronache di Giovanni Diacono, dell' Altinate, del Dandolo, la Delfina, la Valiera, quella dei padri agostiniani ecc. Cfr. anche Muratori Rerwn itqtlicarum voi. XXII, Prefazione. (3) Ne daremo un saggio più innanzi discorrendo della biblioteca di Marino Sanuto. (4) Notatoi'ii di Collegio, Patti, Commemoriali, Libri delta cancelleria e Reg. XIV bis della Quarantia Criminale, ecc.