68 I DIARII DI MARINO SANUTO siano, arrestato per un debito che aveva verso il patrizio Giovanni Soranzo, e fu condotto in carcere dove fu trattenuto tutta la notte. Ecco in qual modo egli racconta il miserando suo caso: « A dì 18 la matina seguì 1’ orribel caso che, credendo io di andare a S. Marco, » juxta il solito, fui da quel tradi tor di Zuan Soranzo fo di sier Marco, con il » quale ho lite za anni sei, et è seguissimo di più di ducati cento, et, pel resto » di do sententie, ducati quarantasette pareva dovesse aver per conti vechj ; et per » farme oltrazo, a San Cassan, mi fece ritenir, et andai a San Marcilo da Zaneto » Dandolo, licet tutte le sententie erano suspese per sier Marchiò Nadal auditor » vechio. Hor il dì drio uscii fora » ; e poi con frase scultoria : « questa ven-» detta non lascierò ad altri », ma non consta che 1’ animo buono e mite del Sa-nuto siasi smentito neppure questa volta (1). Altro e più grave dolore ebbe a soffrire un mese dopo, perchè il 27 gen-. najo dell’ anno 1517 morivagli la sorella Sanuta (2) moglie di Giovanni Mali-piero, alla quale era affezionatissimo. Nei suoi Diarii, notandone la perdita (3), egli la chiama : « carissima, dolcissima, unica sorella, martire » dice che « morì » con fama excelentissima et da tutti chi la cognosseva doluta. Fo sepolta hono-» rifìce a San Francesco della Vigna, dove lei ordinò, et in un deposito dove in » un archa è le ossa di la carissima et excelentissima madonna Letizia mia ma-» dre (4) si chè pocho di novo intesi (5) tanto era il dolor avi ; ma non essendo » rimedio, savia cosa è conformarsi cura la volontà Divina. Et de hoc satis ». Stette in casa tre giorni afflittissimo, poi malgrado il tempo invernale e la neve altissima « che mai così era stata a Venezia (0) », riprese il suo ufficio in Pregadi, e con maggior zelo, avvicinandosi il fine della sua durata in carica, e mal celando il desiderio di esservi rieletto. Ricuperata Verona, e giunte al termine le guerre originate dalla lega di Cam- (1) Diarii XXIII, 343. La causa di questo debito non si conosce, forse vi avrà dato origine il versamento dei 500 ducati offerti alla Patria. Era però ridotto, come si vede, a poca cosa. Anche nel suo testamento il Sanuto dice che ha venduto la sua parte dell’ osteria della Campana per pagare i suoi debiti verso Giovanni Soranzo. Fu arrestato precisamente, quando, passata la calle dei Morti e varcato il ponte, entrava nel campo di S. Cassiano. (2) Nei Diarii XXIII, 534 si legge chiaramente: Sancia; ma nel testamento, pure autografo di Marino Sauudo, si logge : Sanua (Sanuda) che era veramente il suo nome. (3) Tbid : «Morta di malattia fastidiosa, de la quale la poverina è stata martire in loto dal » zorno di S. Martin fin ozi, et fece una morte excelentissima, io presente, et sine dubio l’ani-» ma soa è andata a la gloria celeste. Stete a marito anni 28, sine ulla querela, che prego » Dio li doni requie sempiterna ». (4) A S. Francesco della Vigna, non abbiamo più trovata la sepoltura della Sanuto. (5) Da registrare nei Diarii Diarii. XXIII, 534. (6) Diarii XXIII, 540.