PREFAZIONE 75 Rimasto fuori del Senato, ebbe però la soddisfazione di esservi ricordato con gran lode dal Doge, a proposito di una legge che vi si discuteva e che il principe non voleva, anche perchè non era stata discussa prima negli altri uffici competenti. « Si doveva, egli disse, meter tal parte a Gran Gonsegio, et quando » la fosse sta posta, non saria stata presa, perchè il magnifico nostro missier Ma-» rin Sanudo observator de le leze, come vede che è messa una cossa contro lo » leze, non la lassa passar ; il qual merita gran laude, et doveria esser in tutti i » Consegli, perchè chi voi observar le leze mantien le Republiche (1) ». Ma invece al buon Sanuto giuocarono il tiro di proporlo contro sua volontà e di nominarlo, nel febbraio 1520, sindaco in Levante (2), ufficio che avea sempre ricusato, « perchè l’età, et condizione et grado mio non richiede questo, poi voio » star qui a synichare chi va synico ». Gli dessero 100 ducati al mese e le spese non vi andrebbe egualmente, perchè mai ha navigato e mai accetterebbe ufficio per guadagno, e vuol rimanere a Venezia per far osservare le leggi, per dire la sua opinione e per scrivere i suoi Diarii : « si che, conclude, tutti intende, io non mi feva tor » et palam locutus sum omnibus. Ma ben mi doglio di quel iniquo et nimico » mio che fo causa di farmi nominar, che non fece se non a mal fin, perchè, » non volendo esser tolto, niun dovea farmi questo torto. Pacientia : Idio el re-» muneri come el merita, et s’il saperò, o tardi o per tempo, me ne ricorderò » assai (3) ». Un mese dopo, riproposto senatore nei Progadi non riuscì « et questo fo per » il mio merito di la faticha di la mia historia et di 1’ amor porto a la mia » patria (4) ». Per prendersi un po’di sollievo, andò insieme ai nipoti Vcnier in Aquileja, le feste di Pasqua di quell’ anno 1520. Vi andò per mare in 24 ore (5) « con bonazza grandissima ». Nei Diarii descrive le rovine di quell’ antica città, dice che è disabitata per malaria e che solo nella settimana santa vi accorrono circa cento mila persone, italiani, ungheri, tedeschi e slavi, e vi si fa una grande fiera di cavalli. « Si vende il pesce a 6 soldi la lira et da per tutto si fa hostaria (6) ». Poco dopo il suo ritorno a Venezia, fu riproposto dei Pregadi ma non riuscì (7). Ne attribuì la cagione alla assenza di più di trecento gentiluomini, fra i (1) Diarii XXVIII, 206. (2) L’ ufficio di sindaco durava tre anni ed era incompatibile con altre cariche dello Stato. (3) Diarii XXVIII, 247. (4) lbid., p. 324. Nel Codice Marciano cl. IX, 369. p. 67 di pugno del Sanuto: Un soneto fato a Sanguineto per il mio cazcr di la Zonta, 1521. Comincia: Alcuni traditori dii suo Stato. (5) Il 3 aprile, Diarii XXVIII, 407. (6) lbid.. (7) 6 maggio 1520. Diarii XXVIII, 493. Ebbe voti 572 contro /42.