20 I DIARII DI MARINO SANUTO Durante questo viaggio, e precisamente a Rovigo, dove arrivò 1’8 di maggio, si a'ccesero i primi amori di Marino Sanuto : « rapto i fu da doe excelse done » candide geme, da non despreciare. » Certo pria i non conobi tal Matrone, » vestite di collor candido e bello » e 1’ una e 1’ altra degne di corone » (l). Egli ne parla nel suo Itinerario con ardore giovanile. Nota che della Gemma fece la conoscenza nella chiesa di S. Francesco : « Benedecto sia el giorao e 1’ ora e il ponto » quando vi piacui, e tuti li mei passi » eh’ ò fati per vedervi, et quelli sassi » dove i passava, et benedecto il volto. » Sia benedecto amor e chi ò involto » in tal lecami d'inumerabel lassi, » et benedecto quanti verssi sparasi » E il principio dove el fu congiunto. » Et benedecto sia tuti li affanni » che port’ i per haver al fin mercede, » et benedecto sia d’ amor li inganni » Sia benedecto ancor tuti vite crede » in quel fanziul, et quanti mexi e anni » che 1’ ò servito con si pura fede » chome tuti qui vede. » Mi ha serato el cor e strafurato, » legato, posto im pregion et lacerato » (2) e che fu condotto da un Nicolò da Doglione a di 11 giugno nella casa posta di fronte al Vescovado, nella quale abitava : ........« quella Gema orientai | quel viso adorno | Perlxò che ogni » jorno | mi par haver davanti | fazando molti cauti | per el mio amor. | Or fo fe-» rito | chome piaze a quello | ben che novello | fo preso in aspro lazo. | Aimè » aimè son pazo: | Or lassa pur andare | et voglio più cantare | che non so-» leva! | Benché avanti doveva | essere inamorato | tamen mi fortunato! | Po-» vero disgradato. | Ormai lasciamo andare | ben che volgio cantare | di la Dia » chara Gema mia | che ha fato in quella hora | che sempre io adora | la sua » gentil figura | che cou tanta paura | me ha fato esser suo servo » (3). (1) Noi capitolo premesso all’ Itinerario a carta 1, c dove in margine sta scritto, pure di mano del Sanuto: Candida et Gema, duo mulieres. (2) Nel testo autografo dell' Itinerario, codice Marciano VI , 277 a c. 24. (3) Ibidem, c. 14.