PREFAZIONE 35 come avea fatto di quello della guerra di Ferrara, alla Cronaca Vitae ducum, ritoccandola e modificandola per darvi più corretta forma di storia, tauto è vero che come abbiamo veduto, sospese di offrirla, giusta la manifestata sua intenzione, al serenissimo principe Barbarico ; anzi, nella dedica a lui fatta di questa nuova opera, dice che « le Vite dei Dogi col tempo, Domino concedente, si darà fuora » (1). Ma se il Sanuto aveva la sincerità, la imparzialità ed una particolare disposizione a raccogliere e a sceverare i fatti, gli mancavano invece le attitudini a sintetizzarli, analizzarli e descriverli con quell’ ordine logico e quella particolare dicitura scorrevole che sono le virtù proprie dello storico. Egli era un cronista, infaticabile, giudizioso, sincero, ma nulla più di un cronista ; e volendo salire alla dignità di storico nella Spedizione di Carlo VIII scrisse la più difettosa delle sue opere ; tauto che egli stesso, riconoscendo poi che mentre la storia si fa non è possibile scriverla, si risolse di notare giorno per giorno gli avvenimenti, riservandosi di raccontarli più tardi giusta i precetti dell’ arte, e così appunto diede origine ai famosi suoi Diarii, dei quali la Storia della venula di Carlo VITI può dirsi il preambolo, perchè essi principiano là dove quella finisce (2). Di questa storia il Sanuto da ragione nella seguente lettera dedicatoria al doge : « Angustino Barbadico Venetorum principi invictissimo Marinus Sanutus Leonardi » filius patricius tuus venetus se plurimum commeudat et optat Reipublicae » felicitatem. • » » Havendo non con piccola fatica reduto in, fine, Serenissimo et Excellentissimo » Principe, 1’ opera, già divulgata degna et di farne extimatione, di la venuta di » Carlo re di Franza in Italia et successo de tempi fino 1’ hodierno giorno, et coin-» pita, deliberai dedicarla a Tua Serenità, sì per esser capo di la Republica et bene-» merito, quam perchè sia eterna memoria che sotto Tua Sublimità sia seguite in » brevissimo tempo cose in tanto volume descripte. Et non senza summa laude di » quella vi si puoi scrivere alcuna cosa, per li modi tenuti, per le cotidiane fatiche, » sapientissimi consegli, frequenti consultationi, non farcendo alla età septuagena-» ria, alla complexione nobilissima, alla degnità ducal, ne la qual cercar si dove-» rebbe di conservarsi longamente, ma con Ogni diligentia voluto esser a tutti i » consegli del Senato, primo a intrare et ultimo a ussire, antivedendo a molte cose » per le quale è seguito la grande gloria a questo Illustrissimo Stato, et ben è nomi-» nata Tua Excellentia da quel divo Augusto Cesare, al qual se attribuisse fusse il » primo huomo nè molti secoli. Adonque la città nostra veneta sempre di Auguslino » Barbadico sarà memore : conciosia che è intervenuto più ardue et importante ma-» terie sotto il Tuo ducato, che sotto niuno altro principe che sia stato, però che ho (1) Vedi nella dedica al doge Barbarigo, qui a pag. 36 linea 3. (2) La storia della spedizione di Carlo Vili finisce 1' ultimo dicembre 1495, e il 1 di gennaio 1496 cominciano i Diarii.