24 I DIARII DI MARINO SANCTO giori del nostro Sanuto, ed è opera giovanile perchè scritta quando aveva venti anni, fu da lui dedicata al doge Giovanni Mocenigo con questa lettera (1): « Adsit omnipotens Deus » Iohanni Mocenico venetorum principi justissimo, Marinus Sauutus Leonardi » lìlius se coinendat. » La guerra eli’ el Senato tuo, illustrissimo et invittissimo Principe ha fatto » con el duca Ercule marchese di Ferrara ajutato da tuta Italia, è stata di sorte » che non solum merita di esser laudata da ogniuno, ma che rimangi eterna me-» moria in laude di tua Serenità, et questo perchè nel tuo ducato tanto ardue et » tanto importante et excellente materie se abi tractato. Unde mi ho voluto assu-» mer tal faticha, benché sia grande, nel principio di la guerra a scriver quello » era divulgato, con verità, et poi, venuta la santa pace da tuti desiderata, et » reduto la scriptura in bona forma, deliberai dedicarla a ti Principe victorioso, » per esser primo de’ nostri patricii. Et forse la Sublimità tua vederà in questa, » legendo, alchune cosse che merita correctione e sminucione, o che non sono » poste cussi eloquente nel sermon vernacolo, come se doveria. Credo tua Excel-» lentia mi perdonerà si per la età juvenil, qual aver descripto a modo venitiano, » et nulla più de quello seguito agionto, nè anche smenuito, come le historie » debono essere. Adunca con la serenità del tuo volto accepterai il picciol dono » del patritio tuo, et, legendo, rimarrà la memoria scolpita. Ma se da tua Signoria » con l’incidilo Senato sera comendata, mi forcerò, mediante il Divino ajutorio, » sequitar altro in laude del Stato nostro Venetiano. » Yale, valeatque Excelsitudo Tua, cuius numini corpus et anima perpetuimi » dedicavi. Ex urbe Veneta MCCCCLXXXIIII ». Prima di presentare quest’ opera al doge, volle la vedesse Zaccaria Barbaro, pregandolo : « che quando da le fatiche publiche vacherai, con la solita et aiegra » facia, questa nostra pilgierai, et in quello eh’ el calamo nostro à mancato ti » degni di coregere, — per esser stato nel numero de li governatori de la Repu-» blica et crontro tuti li potenti d’Italia che insieme erano colegati, che abi soste-» nuto vintinove mesi questa guerra et poi fato le pace con tanto honor et repu-» tatione (2) ». Si scusò poi coi lettori di averla scritta in volgare : (3) « Marini ad lectores excusatio. » Forsi da alchuni sarò biasimato, lectori suavissimi, eh’ essendo la materia » degna 1’ abia descrita nel sermon materno e lasciato la degna latina ; ma, come » se divulgano, questa guerra è sta scrita per ecelenti autori et quella la latina » pilgieranno, unde per quelli che ne le faccende sono occupati, acciò qualche (1) Cod. Marciauo, cl. VII, n. 521, c. I. (2) Ibidem, c. 161, 1483 sept. kal. oct. (3) Jbid., c. 161-162.