128 I DIARII DI MARINO SANUTO posizione, sia pure razionale, dell’ intero testo, raddoppiarne quasi la mole, — sarebbe stato come tentare l’indice di una enciclopedia. Per ciò appunto, ci siamo ristretti alla compilazione dei due Indici consigliati dalla Deputazione di storia patria. Vi sarà chi vorrà tentare 1’ aggiunta, ai due già fatti, di un terzo indice per materie ? auguriamo di cuore, che sorga il coraggioso perchè, se a lui l’impresa riuscisse, sarebbe tanto di guadagnato a far più conoscere quanto utile sia 1’ opera del Sanuto e quale contributo alla storia abbiamo portato, pubblicandola. Questo ci parve opportuno di dichiarare, dacché non ci mancarono eccitta-menti alla compilazione di nuovi indici da chi forse non poneva mente alle suesposte considerazioni. Vero è che la copia dei Diarii eseguita per ordine dell’ ultimo storiografo della Repubblica, Francesco Donà, la quale trovasi a Vienna, invece degli indici per luoghi e per nomi, ha, egualmente volume per volume, due indici per materie e per documenti ; ma noi che 1’ avemmo sott’ occhio, se non possiamo negare che pure sono giovevoli quegli indici, abbiamo riscontrato quanto siano incompleti e come offrano soltanto un’ idea di ciò che il testo contiene e quasi ne diminuiscano il valore, perchè quello che in quegli indici è trascurato o dimenticato è come non esistesse nel testo. La grandiosità del lavoro, trattandosi di ben 58 volumi in folio di carattere fittissimo e poco intelligibile, avrebbe portato una spesa per trascrizione e per stampa superiore alle forze economiche della R. Deputazione, e in ogni caso aleatoria e perciò non conveniente ad un Ente morale, nè alcun tipografo avrebbe avuto il coraggio di assumere tutta a suo rischio una pubblicazione che gli stessi Governi francese ed austriaco si erano astenuti dall’ intraprendere. La Deputazione quindi si limitò ad aiutare 1’ edizione, coll’ acquisto, per conto proprio, di 50 esemplari dell’ opera, confidando che il Governo, le biblioteche italiane ed estere e gli associati 1’ avrebbero resa possibile. Rinaldo Fulin, Federico Stefani, Nicolò Barozzi e Guglielmo Berchet, insieme al tipografo sig. Marco Visentini, assunsero a queste condizioni la costosa edizione, sobbarcandosi ad ogni fatica e ad ogni spesa. Da principio il Ministero dell’ Istruzione Pubblica accordò un annuo sussidio di lire tremila, sul capitolo VII del Bilancio. Certamente la pubblicazione dei Diarii del Sanuto, prescindendo dalla sua grande importanza, aveva tutte le condizioni volute per godere il beneficio di quel capitolo, che contempla appunto incoraggiamenti a pubblicazioni, le quali per la loro mole, il loro costo e la difficoltà della loro diffusione meritano di essere sussidiate ; ma pur troppo il sussidio durò brevissimo tempo, e dopo i primi quattro anni fu cancellato del tutto dal Bilancio