PREFAZIONE 135 » rosi suoi amici ; aveva inoltre ottenuto licenza di leggere negli archivi le carte » segrete, che poi più tardi gli si comunicavano ufficialmente. » I Diarii son dunque una cronaca universale, ma essenzialmente diversa da » quante altre si conoscano, non fosse altro siccome raccolta di documenti, i cui » originali per avverse vicende andarono poi in gran parte perduti, e non tutti » possono essere suppliti con ricerche in altri archivi. Qui non si ha a fare con » una delle solite cronache coeve, le .quali, quand’ anche non guaste da intenzio-» nali inganni, sono testimonianze di occhio e di udito talmente alterate, perchè »dirette dall’apprezzamento del presente, che in esse più tosto che 1’avvenuto » abbiamo spesso ciò che parve tale. Qui son tutte autentiche le fonti, e quali » fonti ! Vi primeggiano appunto que’ dispacci, quelle stupende relazioni degli » ambasciatori veneziani che con tocchi da Tiziano dipingono la condizione delle » cose, gli uomini, i fatti ; que’ dibattimenti ne’ consigli segreti della Repubblica » e quelle deliberazioni prese in momenti difficilissimi con tanta calma e dignità » e imperturbabile quiete, che ritraggono dell’ antica saviezza romana. Qui infine » le testimonianze son tutte alla lettera o per sunto fedelmente riportate, e nulla » vi mette il cronista di suo, tranne qualche motto arguto, che di quando in quando » gli prorompe dal cuore. » Dalle pagine pertanto dei Diarii, purché vi si mediti sopra e s’ abbia la »perizia necessaria a ricercare l’intimo significato de’documenti, esce, spirante » nella sua luce e nelle sue ombre, l’imagine di quell’ epoca forse la più memo-» randa nella storia moderna. Anche i piccoli fatti, le sfumature, che son forniti » o da lettere private o da descrizioni immediate, concorrono nell’ insieme del » quadro storico a lumeggiarla ». Finalmente 1* Istituto storico italiano, sopra proposta del senatore Lampertico, nella seduta dell’ 8 aprile 1886, dichiarava per bocca del suo presidente senatore Correnti : « la sua vivissima simpatia verso la Deputazione Veneta di Storia patria » la quale si assunse un’ impresa cosi grande e cosi nobile, e verso gli editori. » L’edizione dell’ opera colossale del Sanudo onora non solamente coloro dai » quali è partita la iniziativa, ma onora in alto grado l’Italia ; e l’Istituto man-» cherebbe al suo scopo, qualora non si studiasse di promuoverla e di raccoman-» darla col massimo impegno ». ✓ E il Governo del Re associavasi al voto solenne dell’ Istituto storico italiano, ed a quello conforme del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, come apparisce da questa lettera del Ministro della pubblica Istruzione Paolo Boselli, che pure riportiamo a titolo d’ onore : « La colossale impresa della pubblicazione di un monumento storico cosi insi-