102 I DIARII DI MARINO SANUTO » Item voio ditto mio corpo sia tenuto in caxa mia hore 24, poi justa el » consueto portato in chiesia : non si fazi baldachim alcuno, solum uno dopier » per capo, et poi sepulto in la chiexia di S. Zacaria, dove era le arche di nostri » passadi da cha Sanudo, et sia messo, per adesso, in una cassa di larese impe-» golata, poi in uno deposito con la et la mia arma et lettere M. S. ; el qual » sia messo da la banda di qua di la porta di la chiesia, - dove fu sepulto miss. » Alvise nostro fradello : nè le Monache si fazino renitente a darmi ditto loco, con-» siderando li nostri progenitori haveva nela chiesia vechia una capella, qual la » ruinorono per far la chiesia nuova, et ha un bellissimo lasso a la camera de » Imprestidi per cha Sanudo, et lì era le nostre arche ; et voio i,n ditta chiesia nel » muro sia fato la mia archa, non havendola fatta in vita, si come di sotto ordinarò. » Item voio sia acompagnato ala sepultura dal Capitolo dela mia contrà, da » XX piovani invidati dala mia Scuola, et da XVI Iesuati, ai quali piovani e Iesuati » li siano dati soldi XX per uno, e alla Scuola solum XX dopieri ; nè voglio » altri preti, nè mansionarij,* perchè tutto è butà via, ma per honor del mondo » bisogna far cussi. » Item lasso inij comessarij et executori della mia ultima voluntà li signori » Procuratori de ultra, et miss. Iacomo Corner fo del cl.mo miss. Zorzi cavalier e » procurator, et miss. Marco Antonio Venier, signor di Sanguenè, mio nepóte, » qual sempre ho reputa per fìol, et li ho infinite ubligation ; a li qual priego » voglj exequir quanto ordinarò qui sotto : et uno di lhoro procuratori mi ha » dato la fede di voler exequir fidelmente, e cussi credo farà con il daben sier » Antonio di Marsilio lhoro gastaldo, persona integerrima e che merita ogni laude, » ancoraché si diga li Procuratori ruina le Comessarie, vedo a nostri tempi, licet » siano zoveni, le cose dele Procuratie venir benissimo governate et spero cussi » sarà per l’avenir. » Item voio che in ditta chiésia di San Zacaria, nel muro, o di qua o di là » di la porta granda, dove meglio ali mei comessarij parerà, sia fata una archa che » babbi dii anticho e di pochisima spexa, perchè non curo di pompa, con la mia » arma, e di sotto un saxo con il mio epitaphio per mi composto, nonl’havendo » fato far in vita mia, (che credo di brieve lo farò far) che diga cussi : NE TU HOC DESPICE QUOD V1DES SEPULCRUM SEU SIS AD VENA SEU URBANUS OSSA SUNT HIC SITA MARINI SANUTI LEONARDI FILII SENATORIS CLARISSIMI RERUM ANTIQUARUM INDAGATORE HISTORIAE VENETORUM EX PUBLICO DECRETO SCRIPTOR1S SOLERTISSIMI. HOC VOLUI TE SCI RE NUNC BENE VADE VALE. VIXIT ANNIS .... MENSIBUS .... D1EBUS .... OBIIT ANNO ....