74 I DIARII DI MARINO SANUTO delle leggi, la sua politica rispetto alla Turchia, e il suo grande amore per la patria. Quando gli spagnuoli occuparono Brescia dal 1513 al 1516, ebbero, dai mercanti di quella città, panni per il valore di due mila ducati, e non li pagarono. Il podestà Giovanni Badoer sentenziò a favore di quei mercanti, volendo che la comunità di Brescia li indennizzasse del danno patito. La comunità si appellò ai Savi i quali proposero che la sentenza venisse revocata. Marino Sanuto sali alla tribuna per opporsi alla massima di revocare una sentenza, senza il voto degli Avo-gadori e senza prima udire la parte interessata. « La terra, disse, è ordinata, i Savj » non possono tagliare la sentenza di uii Rettore, non si deve mettere la questione » politica se i mercanti bresciani siano guelfi o ghibellini, nè introdurre un siste-» ma che non è di ben costituita Repubblica (1) ». Prevalse però il partito di annullare la sentenza, e il Sanuto, scrisse « che non fu giusto e che è contento » di aver parlato contro (2) ». L’ altra importante arringa riflette la politica verso il Turco, che egli non voleva disgustare, per non accrescere i mali della patria (3), concludendo « L’amor » de la patria mi ha fato dir queste parole, perchè non invigilo in altro che poter » far ben a questa patria, sia o per volontà Divina o per istinto naturai non vai, » non curando di altro, si ben dovessi morir povero, non ho fioli, ni altri, pnr » babbi la gratia di questo Stado mi basta ; et sempre che vederò el mio dir poter » aricordar cosa proficua a questo Stado lo farò senza alcun rispetto (4) ». Nel 30 settembre del 1519 compi il termine della seconda elezione a senatore, sperava di essere rieletto per la terza volta, non lo fu (5) e se ne dolse : « Et questo è sta per rimeritarme di le fatiche aute quest’ anno in Pregadi, etiam »per le fatiche lazzo di scriver queste occorentie (0)». Nè gli mancarono dispiaceri anche in quell’ anno, perchè nelle stanze dell’ Avogaria fu pubblicamente insultato per futili motivi da Leonardo Giustinian : « tacqui, scrive, per essere cono-» sciuta la condizione sua et fui laudato (7) »; e poi perchè, proposto all’ufficio di Avogador di comun, tanto da lui agognato « per 1' età, per il grado et per haver » già liavute 700 ballotte (8) », non riuscì. (1) Diarii XXVII, 420. (2) Ibid., 421. (3) Diarii XXVI, 374. È una delle più savie arringhe che si leggano nei Diarii. (4) Ibid. 376. (5) Proposto savio a Terraferma ebbe soltanto voti favorevoli 70. Diarii XXVII, 688. (6) Diarii XXVII, 672. (7) Ibid., 260. (8) Ibid., 320.