110 I DIARII DI MARINO SANUTO NEC TU HOC DESPICE QUOD NON VIDES SEPULCHRUM SEU SIT ADVENA SEU URBANUS OSSA SUNT HIC SITA MARINI SANUTI LEONARDI F1LII SENATORIS CLARISSIMI RERUM ANTIQUARUM INDAGATORE HISTORIAE VENETORUM EX PUBLICO DECRETO SCR1PTOR1S SOLERTISSIMI HOC. VOLUI TE SCIRE NUNC BENE VADE VALE. VIXIT ANN1S LXIX MENSIBUS X DIEBUS XII OBIIT. PRID. NON. APR. MDXXXVI (1). Marino Sanuto fu probo cittadino, franco e sincero scrittore ; visse in epoca assai importante, perchè di mezzo ai due secoli XV e XVI nei quali si svolsero gli avvenimenti che aprono 1’ età moderna. Non ebbe cariche principali nello Stato, come ambascerie, reggimenti, procu-ratie ecc., ma sostenne gravi magistrature, e più volte fu Savio, della Giunta dei Pregadi e Senatore. Spesso arringò nel Maggior Consiglio e nel Senato, sempre per la scrupolosa osservanza delle leggi, e non di rado con utili proposte e con elevati consigli politici, che gli fruttarono il plauso dei colleghi e del doge. Fu anche fieramente combattuto ; ma in ogni suo discorso nel Senato e nel Maggior Consiglio rese manifesti quei sentimenti che distinguono 1’ uomo politico saggio, il vero uomo di Stato, si nel pensare come nell’ operare, per la schiettezza nell’ esporre liberamente il suo parere contro qualunque oppositore, per la tenacia nel sostenere le sue opinioni e per 1’ amore che in ogni più piccolo argomento sentiva per la Patria. Sempre pospose, per 1’ amore alla Patria e agli studi, ogni suo particolare interesse. Senza rispetti umani diceva quello che sentiva, conveniva se gli dimostravano che aveva torto, ma giudicava severamente i colleghi e i supremi Consigli dello Stato se gli pareva che il torto fosse dalla parte loro. Amministrò con zelo e onestà la cosa pubblica, e tenacemente richiese che così l’amministrassero gli altri. Si fè maggiore delle invidie e delle animosità. Lo adoravano i giovani, « i vecchi non mi vogliono », diceva spesso. Era da tutti tenuto in grande estimazione, ma riconosciuto da pochi, e tardi assai rimeritato dalla Patria. Fu indegnamente calunniato dall’ Aretino. (I) Abbiamo posto la data, dal Sanuto naturalmente lasciata in bianco.