PREFAZIONE 87 Sopragastaldi (1), sopra i Banchi (2), savio del Consiglio (3) e al luogo dei Procuratori; e di quest'ultima mortificazione si addolorò e scrisse nei Dinrii « Si porla dir » Ingrata Patria non ìiabebis ossa mea (1). Egli sentiva molto di sè, sentiva che sarebbe stato utile in quegli uffici, disdegnava i minori, come disdegnava di parlare di -cose che non riflettessero la politica e 1’ alta amministrazione dello Stato. Venne proposto in Pregadi di concedere a coloro che tenevano botteghe sul ponte di Rialto, che allora era di legno e si doveva accomodare, anzi quasi rifare, la erezione di nuove botteghe di fianco innalzate sopra pali, ritenuto che queste non farebbero danno al ponte, anzi lo renderebbero più solido. Il Sanuto avrebbe voluto parlar contro, per quattro ragioni che cosi indica nei Diarii: « la prima è cosa vergognosa di la terra, perchè più non si par-» lerà di far il ponte (in pietra) ; la seconda può far danno al correr di le acque » del canal grande ; terzo perchè el ponte non sarà securo : metteranno cargo di » sacchi et altro ; quarto perchè hanno le boteghe apresso il ponte con il suo fitto » proprio. Ma non vulsi parlar per esser materia bassa: et è venuti novi in » Pregadi et dichi : Marin parla in cosse basse » ergo etc. (5). Instancabile nel Senato a tener nota di tutto quanto di più importante vi si discuteva, e fuori a raccogliere materiali per scrivere la sua cronaca, continuava sempre ad istruirsi, frequentando le lezioni di filosofia, di teologia e di umanità, che tenevano di sera, nelle chiese di S. Marco e di S. Bartolomeo, Sebastiano Fo-scarini (6), in quella di S. Giovanni e Paolo, Alessandro Corner (7), ed a S. Lio, Stefano Plazino (8). 41^. Rimasto fuori del Senato, non mancò mai, quando non glielo impedi la salute, di frequentare il Maggior Consiglio. Anche qui prese la parola contro la vendita delle cariche in aspettativa « et so ben non vadagnai la parte che non me (1) Diarit, XL, 449. (2) Ibid., 487. (3) Ibid., 562, 564, dicembre 28, 1525. (4) Ibid. XLI, 540, giugno 10, 1526. (5) Ibid. XL, 855, febbrajo 1526. Riputava ben.*) poco decoroso parlare e scrivere di queste materie, ma nei Diarii notava tutto, e in quei giorni anche registrava di essere andato a due solennissimi pranzi, 1' uno per le nozze di Loryizo da Mula, dove vide una sua parente figlia di Filippo Sanuto e moglie di Giovanni Foscari, « vestita da mora colle orecchie forate con anello d' oro et grossa perla, cose che lei sola portò et mi dispiaque assai » (XL, 425) ; l'altro a Murano da sier Filippo Morosini « homo avarissimo et stullo, et fo con grandissimo rider». (XLI, 88). (6) Ibid., 213. XLV1, 283. (7) Ibid. XL, 763. (8) Ibid. LIV, 168.