PREFAZIONE 73 come infetto dal laidissimo vizio ; ed a questa poco attendibile e poco rispettabile fonte si riferisce il Malatesta nella sua lettera (1). Davanti al fatto che la voce parti dall’ Aretino, e in presenza delle continue invettive che si leggono nei Diarii Sanutiani contro quella e ogni altra immoralità, e le minaccio di castighi-divini a chi non procedesse rettamente nella vita pubblica e privata, e i severi giudizi che si pronunciavano anche allora di guisa che al Sanufo sarebbesi fatto un processo, è fuor di dubio che l’accusa doli’ Aretino fu una pura e semplice diffamazione, la quale perù poteva bastare perchè al Sanuto non fosse resa dai colleghi quella giustizia che meritavano le opere sue ed i servigi resi alla Patria. Un altra arringa egli fece nell’ aprile del 1518 (2) in Maggior Consiglio sulla nomina degli Avogadori, al cui posto egli aspirava, ma fu nobile e corretto nel suo discorso, vinse il partito e fu da tutti lodato « adeo poi Consejo fui abraziato » come se fussi romaso in qualche degno magistrato, dicendomi, il forzo : ti fare-» mo Avogador, tu el meriti grandemente et 1’ hai vadagnato .— che prego Idio » fazi qual sia per lo meglio ». Finalmente il 20 di settembre successivo, dopo altro lodatissimo discorso sul sistema delle votazioni, si meritò la rielezione nella Giunta dei Pregadi (3). L’ ingenuità del suo carattere sensibile, facile ad adombrarsi di ogni insuccesso e a compiacersi esageratamente di ogni favore, gli fece scrivere nei suoi Diarii : « Io Marin » Sanuto q. Leonardo, fo di Pregadi, intrai di largo per gratia di quel excellentis-» simo Consejo, et con tanta gloria et honor, eh’ è assai anni non intrò alcun di » Zonta più favorido de mi, et senza titolo si poi dir, perchè el titolo de Pregadi » fo per danari ; et questo per la renga feci domenega, qual piaque al Consejo, » dii qual in eterno son servitor, et tegno esser pagato di ogni faticha mia, per-» chè con tanto honor mi hanno aggregato al Senato excellentissimo (4) ». Entrò in Collegio il 2 ottobre, e « prego Dio » scrive « mi inspiri a far ogni bona ope-ration per la mia Patria (5) ». Vi rimase un anno, e con compiacenza notò nei Diarii tutte le volte che prese la parola e con maggior soddisfazione quando vinse il partito. Non lo seguiremo nell’arida enumerazione (6). Di due sole arringhe faremo cenno, perchè più delle altre dimostrano la sua cura per 1’ osservanza (1) «A ciò V. Si meglio intenda il giudizio dell'Aretino ». Lezio, op. cit., p. 80. (2) 11 aprile 1518. Diarii XXV, 344, 347. (3) Diarii, XXVI, 65, 78, con voti 579, contro 388. (4) Diarii XXVI, 72. (5) Ibid., 86. (6) Diarii, XXVII, 302. I Diarii di Marino Sanuto - Prefazione 10