8 ARRIVO nezia mi dovea far presente ¡1 non poclie strane avventure. Cominciò la prima «lai vedere certi grossi pesci, elio per rinfrescarsi balzavano fuori dalle onde (1). Uno di questi cadde accidentalmente in una barca poco lungi dalla nostra. Udimmo tosto mi gran contrasto in quella. La curiosità fece si che se le avvicinammo. Il gondoliere, nella cui barca era caduto il pesce, sosteneva che desso era suo. Il viaggiatore diceva, che avendo noleggiata la gondola per totale suo uso quel pesce appartenetegli. il contrasto facessi sempre maggiore. Chiamati noi-a giudici, decidemmo pel barcaiuolo; ma il pas-seggiero non voleva cedere. Finalmente per le ragioni da noi addotte acquetossi, ma non per intiero. Diede al gondoliere una piccola moneta e si tenne il pesce. Noi incontrammo grande quantità di grosse barche, di burchi, di battelli, p di gondole. Qui feci osservanza che le gondole, barche di comodo ma anco di lusso e di piacere, erano tutte addobbate di nero. La mia ignoranza fu in tal punto tanto grande, che chiesi ai barcaiuoli il motivo dolente di tale apparato, che faceale somiglianti ai feretri, e che destavano in me la stessa sensazione nel vederle. Mi risposero che tutte le gondole sono assolutamente coperte di nero, e che ciò era una costumanza antica conseguenza di apposita prescrizione. In seguito acquistai maggior lume su questo particolare. Due lile di grossi pali posti in eguale distanza l’uno dall’altro servono a segnare la strada, che da Fusina guida a Venezia. Metodo eccellente e vantaggioso per più molivi. Il primo è. che di notte le barche hanno a guida del loro cammino i delti pali; il secondo è di avvertire che (i) Ne’tempi scorsi la laguna era molto profonda, e quindi si vedevano non di rado in essa dentali, branciui, cc. ed anche nell’estiva stagione, a sollazzarci non pochi delfini.