IO ARRIVO numerosa popolazione. Mi parve ciò grandissimo difetto a taiitn città. Vidi sopra ad un palo una croce nera e non so che d’indistinto attaccato al palo stesso. Presi il canocchia-letto e.. . confesso ancora l’orrore ed il ribrezzo che ne ho avuto. A quel palo stava attaccato un quarto di umano corpo. M’informarono non esser molto che a Venezia si era giustiziato un delinquente. Si costuma, quando il delitto è gravissimo di tagliarne il corpo in quattro pezzi , che vengono posti in quel modo nei primari canali che guidano a Venezia. Rimangono colà sinché cadono da per loro stessi, essendo grave delitto per chi tentasse staccameli. Ciò già esser fatto per universale esempio e terrore. Ancorché usato mi fossi in qualche altro paese a veder simili ed altre barbare e feroci costumanze, mi rammaricai in me stesso, che in 1111 paese, che in allora forse si vantava pel primo di Europa per gentilezza e perenne giocondità, un tanto indecente e stomachevole uso ancora vi fosse. Avrei fatto palese il mio disgusto, se al pensiero non mi si avesse affacciata ad un tratto, la taccia che datasi a questa repubblica di sospettósa e severamente pu-nitrlce di coloro, che alle sue leggi di pochissimo contrastano. Quando che allentaronsi dal vogare i miei barcaiuoli: e chiestone il motivo, mi dissero: ecco avvicinarsi i birri di finanza. U11 battellaccio con entro quattro uomini di orrido ceffo brutamente ci abbordò. Il più vecchio de’miei gondolieri mi disse a bassa voce, che se Voleva non aprire il baule e che non mi scomponessero le robe dessi loro una mancia. Risposi che ciò sarebbe Io stesso che confessare che io recava degli effetti contro la legge. Mi soggiunse, che cosi operassi e sarebbe meglio. Allora entrò nella nostra barca un birro. che con asprissimo cipiglio