VISITA E GUIDA 43 con un nero berettino sul capo. Prese la lettera e la lesse. Era questa di un ragguardevole personaggio di Torino, divenuto amico del segretario allorché questi si trovava addetto ad una veneta straordinaria ambasciata a quella corte. Il Gratarol si esibì di servirmi ove potesse, mi fece dare il caffè, e mi dichiarò padrone di casa sua. Avvertimmi che due volte alla settimana teneva una picciola ina scelta conversazione, e che io gli avrei fatto gran piacere se appartenervi avessi voluto. Mi chiese se fossi raccomandato ad altre persone. Gli dissi, che io avea da consegnar altre lettere a dei negozianti ed una specialmente al Patrizio X. che era stato 1’ ambasciatore straordinario alla corte di Torino. Il Gratarol mi soggiunse: è questi un mio buon padrone. Anzi se non le spiace, vi andremo tosto insieme. Egli abita qui vicino. Il segretario lasciommi solo per j>oco. Poscia comparve con una parrucca tutta incipriata, la cui coda stava racchiusa in un nero sacchetto di seta. Vestiva un abito di seta ricchissimo e ricamato egregiamente. Escimmo e ci trovammo prestamente al palagio del patrizio. Fummo introdotti da un cameriere. Sua Eccellenza stava assiso sopra ad un sola. Era molto vecchio e di aspetto severo e bisbetico. Ci guardava attentamente e non ci salutò se 11011 che dopo che da noi il si fece più volte. Riporto, per la sua alquanta stranezza, il preciso dialogo che con lui si tenne. 11 patrizio si volse al segretario con un affettata gravità mista a dispregio e disse : Cossa voleu? chi zelo sto sior (I)? Segretario. Ambisso sempre l’onor de presentarme alla E. V. Quanto a questo, el ze un de Berna nella Svizze- (I) Che volete? chi è ciucstu signure ?